Venere di Botticelli, la dea della primavera nasconde qualcosa

La Venere di Botticelli, o meglio la “Nascita di Venere“, è un’opera datata tra circa il 1482 e il 1485. Si trova nella Galleria degli Uffizzi di Firenze ed è stata realizzata da Sandro Botticelli con la tecnica tempera su tela, in questo caso, di lino. L’opera d’arte era stata realizzata per adornare la villa medicea di Castello ed è considerata l’opera simbolo per eccellenza del Rinascimento italiano.



Venere di Botticelli, analisi

Dopo secoli di osservazioni quest’opera ha ancora qualcosa da comunicare. Non si smette mai di imparare e di leggere i messaggi nascosti lasciati dai nostri predecessori che, con la loro arte, ci hanno sempre voluto cominicare qualcosa di importante. Questa volta, l’osservazione arriva da Davide Lazzeri che, basandosi sugli studi americani dei ricercatori Blech e Doliner, è arrivato ad una singolare conclusione.

Prima di svelare il simbolo nascosto è necessario fare una piccola premessa. I due studiosi americani, al contrario di Lazzeri, sono partiti dall’analisi della Primavera di Botticelli. In questo quadro notarono la presenza di un elemento particolare, il polmone. Il quale è simbolo del respiro primordiale e quindi della nascita. Lazzeri ha deciso di soffermarsi sulla Nascita di Venere per cercare di trovare il simbolo del primo respiro e quindi dell’origine della vita.

Il simbolo

L’anomalia viene riscontrata osservando in particolar modo la dea della primavera, Flora. Questa, secondo Lazzeri, ha un mantello decisamente insolito e articolato, per cui doveva necessariamente nascondere qualcosa. Per far emergere il simbolo, ha eliminato la figura di Flora lasciando solamente il suo mantello. In questo momento appare quello che viene interpretato come un polmone.



venere di botticelli



Valenza scientifica

Per dare sostegno scientifico alla sua tesi il dottor Lazzeri ha dovuto necessariamente fare alcune ricerche relative alla vita dello stesso artista. Sandro Botticelli, come tanti artisti del suo tempo, ha sicuramente partecipato a qualche lezione di anatomia. All’epoca, anche se la Chiesa vietava le dissezioni anatomiche, agli artisti, al contrario, venivano imposte. Inoltre, avendo avuto molti contatti con la famiglia Medici è molto probabile che abbia partecipato alle dissezioni anatomiche organizzate per gli artisti. Queste avevano lo scopo di regalare all’artista nozioni in più per realizzare al meglio il corpo umano all’interno delle opere.

Pare inoltre che Botticelli sia stato particolarmente “ossessionato” dall’organo in questione per un fatto di cronaca che lo toccò in prima persona. Botticelli, per dipingere le donne delle sue opere, traeva ispirazione da Simonetta Cattaneo Vespucci, una donna che morì di tubercolosi a soli 22 anni. Questa donna lo aveva particolarmente travolto tanto che volle essere sepolto accanto a lei. Il polmone dunque, oltre che simboleggiare la nascita di una dea, è anche un elemento ricorrente all’interno della vita di Botticelli.

I dettagli

Alcuni dettagli in particolare hanno convinto ancora di più il medico. A quanto pare il drappeggio del mantello sembra mostrare con molta precisione un ilo polmonare, l’infossatura dei bronchi, i vasi sanguigni e i nervi. Le attività che si svolgevano all’epoca erano così forti a livello esperienziale che non potevano non condizionare l’artisticità dei maggiori esponenti del Rinascimento.

Rebecca Romano

 

 

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