Vendere la Gioconda, proposta choc per salvare l’economia dal Covid-19

Vendere la Gioconda

Vendere la Gioconda

Vendere la Gioconda è l’unico modo per salvare il paese transalpino dalla crisi economica creata dal coronavirus.

Questo è il pensiero di Stéphane Distinguinfondatore della Fabernovel, società di consulenza in materia di prodotti e servizi digitali, tra le più importanti del paese d’Oltralpe. Basta dire che tra i suoi clienti si annoverano il Le Monde e Canal Plus. Il consulente digitale parigino ha lanciato la sua idea dalle pagine della rivista Usbek & Rica. Il prezzo? Ben che si dica che il valore del quadro sia inestimabile, Distinguin sembra avere le idee molto chiare in merito. Non meno di 50 miliardi euro per vendere la Gioconda. Una base d’asta più che ragionevole, visto il valore artistico, simbolico e culturale dell’opera. E gli acquirenti non mancherebbero di certo.



Vendere la Gioconda è un’idea folle. O no?

È lo stesso Distinguin a citare due casi di un passato molto recente per corroborare la sua tesi. Il primo, quando nel 2017 venne messo all’asta a New York il Salvator Mundi, per ben 450 milioni di euro. L’autore? Sempre Leonardo da Vinci. Il capolavoro oggi si trova in Dubai, in una collezione privata. Il secondo esempio è il fallimento di Detroit, prima città statunitense a dichiarare bancarotta nel 2013. Tra le varie opzioni sul tavolo per salvare il salvabile anche quella di mettere all’asta tutti i tesori artistici della città, che furono valutati più di 800 milioni di dollari. Tuttavia per il consulente parigino vendere la Gioconda non è strettamente fondamentale. Il vero punto della questione è pensare ad un approccio moderno per sfruttarne il valore economico. Come ad esempio porre il capolavoro di Leonardo a garanzia di una nuova moneta virtuale. Insomma, le opzioni non mancano.

Non un semplice quadro

Se la vendita, tra le soluzioni presentate da Distinguin, sembra  quella di più facile attuazione pratica, appare difficile superare la resistenza di chi non vede nella Gioconda un semplice quadro, ma un simbolo, un segno identificativo, un’icona mondiale che trascende perfino l’arte. Privarsene sarebbe strapparsi un pezzetto di anima e gettarlo via. Non solo per i francesi. In ogni caso, tra conservatori e progressisti, nostalgici e innovatori, sembriamo tutti d’accordo: sarà la bellezza a salvare il mondo.

Antonio Scaramozza

Exit mobile version