La vendemmia in Sicilia del 2024 si è conclusa, portando con sé risultati di forte contrasto tra qualità e quantità. Nonostante il calo di produzione medio del 20% causato dalla siccità, le uve raccolte sono di eccellente qualità, grazie alla resilienza delle viti siciliane e all’impegno dei viticoltori nell’adattarsi a condizioni climatiche avverse. Dalle aree più colpite come l’Occidente siciliano, fino alla promettente rinascita dell’Etna, ogni zona ha raccontato una storia di sfide e di soluzioni innovative, mantenendo alto il valore della tradizione vinicola dell’isola. La vendemmia in Sicilia di questo anno era già partita con grandi e gravi problemi: la siccità, già presenza importante dallo scorso anno, ha determinato molto la produzione di vino. Nonostante la qualità sia sempre molto alta, in gran parte dell’isola siciliana non ci sono abbastanza riserve idriche per l’irrigazione. Questo deficit ha dunque portato ad una diminuzione nella produzione.
Un’annata segnata dalla siccità
La vendemmia in Sicilia del 2024 si è appena conclusa e ha registrato un calo produttivo significativo a causa della siccità, con una riduzione media del 20%. L’inverno privo di piogge e l’estate arida hanno ridotto le riserve idriche, compromettendo molte aree, specialmente nella Sicilia occidentale e a Pantelleria, dove la raccolta è stata anticipata di circa due settimane. Assovini Sicilia evidenzia come, nonostante le difficoltà, la qualità delle uve sia rimasta elevata grazie all’impegno dei viticoltori e all’adozione di tecniche innovative per gestire la scarsità d’acqua.
Il calo della produzione di vino rispetto al 2022 è invece di 10-15%, registrando quindi un peggioramento nel corso dell’ultimo anno. Nonostante ciò, Assovini Sicilia sottolinea come, nonostante le difficoltà che questa estate ha riservato, la vendemmia in Sicilia è riuscita comunque a garantire un’elevata qualità del prodotto. Enza La Fauci, presidente del Consorzio Faro DOC, ha riconosciuto la stagione difficile di una luna siccità. D’altro canto, come ha sottolineato, le piogge di settembre e ottobre e il verde della natura siciliana sono riusciti ha garantire un’ottima produzione.
L’eccezione dell’Etna e i risultati sorprendenti
In controtendenza rispetto al resto dell’isola, le vigne dell’Etna hanno beneficiato di piogge costanti e leggere, consentendo una produzione in aumento. Il Consorzio Etna DOC ha stimato un incremento del 60% rispetto all’anno scorso, confermando un’annata di grande interesse. Qui, il terreno vulcanico ha permesso ai vitigni di recuperare l’equilibrio idrico, generando uve di qualità elevata e promuovendo un’annata memorabile.
Qualità e resilienza nelle diverse aree
In altre zone della regione, il bilancio della vendemmia in Sicilia è variegato: a Nord-Est di Palermo, la DOC Monreale, nonostante una riduzione produttiva, ha raccolto uve sane di qualità. Il Consorzio Marsala DOC, in provincia di Trapani, ha registrato un calo del 30% ma con una gradazione alcolica elevata che promette vini Marsala dal profilo unico. Anche il Cerasuolo di Vittoria DOCG, forte del Frappato e del Nero d’Avola, si prepara a produrre vini di grande qualità grazie alla resistenza dei vitigni tipici della zona.
La risposta dei vitigni autoctoni
In molte aree i vitigni autoctoni come il Nocera, il Nerello Mascalese e il Nerello Cappuccio hanno dimostrato grande capacità di adattamento, aiutati da escursioni termiche favorevoli tra il giorno e la notte. In alcune zone, come le Eolie, la produzione ha registrato un calo del 20-30%, ma con vini bianchi dal carattere aromatico intenso. Nell’isola di Pantelleria, lo Zibibbo, utilizzato per il famoso Passito, ha subìto una riduzione del 40%, ma le uve raccolte si distinguono per la loro qualità.
La particolare condizione di crisi della vendemmia in Sicilia non ha riguardato solamente la scarsa quantità di pioggia della stagione estiva e dei primi mesi di quella autunnale. Oltre al caldo afoso infatti, ci sono state anche violente ondate di pioggia che hanno causato malattie alle viti, come il fungo della peronospora, che ha causato un taglio più grande del 70% nella stagione del 2023.
Un’annata all’insegna della qualità e dell’innovazione
Mariangela Cambria, presidente di Assovini Sicilia, sottolinea come la vendemmia in Sicilia 2024 rifletta la capacità di adattamento dei produttori siciliani, in grado di innovarsi per rispondere alle difficoltà climatiche e al cambiamento del clima che ogni anno si fa sempre più evidente, insidioso e sopratutto che mette a dura prova la qualità della produzione. I vini di questa annata, dai rossi complessi ai bianchi aromatici, rappresentano una testimonianza della resilienza e della qualità che caratterizzano la viticoltura siciliana.