Una ricerca proveniente dalla California, per la precisione dallo Scripps Research Translational Institute di La Jolla ha analizzato le variazioni del battito cardiaco a riposo di un enorme campioni di individui soffermandosi sia sulle variazioni nel tempo per ogni singolo individuo che sulle differenze tra individui.
I risultati pubblicati in un articolo su PLOS ONE hanno rivelato (tra le altre cose) che il battito cardiaco a riposo può variare fino a 70 battiti al minuto da individuo a individuo.
Siamo entrati nell’era dei dispositivi indossabili che rivelano i parametri vitali, qualcosa di sconosciuto prima, dunque le statistiche si basavano essenzialmente sulla rilevazione del battito cardiaco a riposo fatte durante le visite dal medico.
Invece il team guidato da Giorgio Quer, che allo Scripps Institute si occupa di intelligenza artificiale, ha potuto analizzare i dati di ben 92457 persone relativi a una media di 320 giorni di rilevazioni effettuate dai dispositivi intelligenti che indossavano. Un totale di quasi 33 milioni (!) di giorni di rilevazioni di battito cardiaco.
La quantità di dati in gioco dovrebbe chiarirvi perché la ricerca è materia da esperti di scienza dei computer, la presente ricerca fa parte di una prossima collezione di ricerche sulla Digital Health Tecnology (tecnologie digitali per la sanità) che PLOS sta preparando.
Come anticipato il dato più macroscopico sulle variazioni del battito cardiaco a riposo da individuo a individuo è che può variare fino a 70 battiti al minuto, il dato va integrato precisando che fattori quali il sesso, l’età, l’indice di massa corporea e le ore di sonno dormite mediamente giustificano meno del 10% di questa enorme variabilità.
Per quel che riguarda le variazioni nel tempo per ciascun individuo è stato osservato un leggero aumento del battito cardiaco in gennaio e un leggero calo in luglio, inoltre è stato notato che molti individui possono sperimentare dei brevi periodi in cui il loro battito cardiaco a riposo differisce di dieci o più battiti rispetto al loro solito ritmo.
Ma qual è il significato medico di questa massa di dati? Grazie ai dispositivi indossabili è oggi possibile ricavare una specie di impronta digitale personalizzata del battito cardiaco a riposo di ogni individuo e sarebbe il caso (secondo gli autori dello studio) verificare la possibilità di utilizzarne le variazioni come segno di importanti cambiamenti nello stato di salute di una persona.
In altre parole se i dati dimostrano ancora una volta che il range di un battito cardiaco a riposo normale è davvero molto ampio e anche tra individui omogenei per sesso, età, peso. etc. può esserci variazione, d’altro canto la possibilità di avere a disposizione il monitoraggio continuo del battito di un individuo (grazie ai dispositivi digitali indossabili) permette di accorgersi di modificazioni in quello che era il suo proprio ritmo, non rispetto a dei valori medi attribuiti più o meno arbitrariamente al suo profilo.
Roberto Todini