Van Gogh: eppure viviamo e c’è in questo qualcosa di meraviglioso

Van Gogh

Van Gogh: 129 anni senza. Oggi ricorre l’anniversario della morte del grande pittore. Scomparso il 29 luglio 1890 in Francia.Tutti conoscono l’arte del pittore e la sua vita tormentata, non tutti sanno che Van Gogh scrisse molte lettere, molte a suo fratello Theo. La sua ultima lettera gli fu trovata in tasca il giorno in cui si uccise.




Arte per vivere e per morire

Van Gogh scrisse oltre 900 lettere a suo fratello dal 1872 al 1890. Le lettere sono tutte raccolte nel libro “Lettere a Theo”.
In queste lettere c’è l’espressione di una vita tormentata, difficile.
Certo, non è possibile capire le motivazioni che hanno spinto Van Gogh al terribile gesto del suicidio ma, nell’ultima lettera, si può comprendere tutta la sua angoscia e le possibili motivazioni.

Tra genio e tormenti

Una esistenza, la sua, che si muove tra genio e tormenti. Arte come vita ma anche arte come morte.
Le persone del suo tempo non riuscivano a capire il suo genio e quindi la sua follia. Così, il pittore, ha vissuto una vita solitaria e povera, piena di momenti difficili.
Dopo la sua morte sono stati ritrovati molti suoi quadri e molti scritti, bozzetti contenenti le sue stravaganti idee.

L’ultima lettera di Vincent Van Gogh a Theo

Theo Van Gogh lavorava in una famosa galleria d’arte, col ruolo di responsabile. Non espose mai le opere del fratello pur tenendole in casa sua.
Temeva che l’arte del fratello potesse non essere capita, potesse essere derisa.
Fu proprio il mancato successo della sua arte e le difficili condizioni economiche a spingere Van Gogh ad andar via. Lasciando alle sue spalle un successo senza tempo.

Ecco la sua ultima lettera

Mio caro fratello,
Grazie della buona lettera e dei 50 franchi. La cosa più importante è che tutto vada bene; perché allora insistere sui dettagli di minore importanza?; del resto, c’è tempo prima che ci si presenti la possibilità di parlare d’affari a mente calma.
Gli altri pittori, di qualsiasi opinione siano, si tengono istintivamente lontani dalle discussioni sul commercio attuale. E, infatti, non possiamo far parlare che i nostri quadri. Pure, caro fratello, c’è qualcosa che ti ho sempre detto e ti ripeto ancora una volta con tutta la gravità che possono dare gli sforzi di una preoccupazione constante a fare più bene possibile − ti ripeto ancora: io ti considero ben altra cosa da un semplice venditore di Corot; per conto mio, tu hai la tua parte nella stessa produzione di certe tele, che anche nello sfacelo conservano la loro calma.
Siamo infatti a questo punto ed è la cosa migliore che posso dirti in un momento di relativa crisi. In un momento in cui i rapporti tra negozianti di quadri di artisti morti e di artisti viventi, sono molto tesi. Ebbene: per il mio lavoro rischio ogni giorno la vita, e vi ho perduto metà della mia ragione – va bene – ma tu non sei tra i mercanti d’uomini per quanto sappia io, e puoi assumere una tua posizione, agendo realmente con umanità. Ma che cosa vuoi tu infine?

Chi non apprezza il colore resterà lontano dalla vita

“Theo, che grandi cose sono il tono e il colore. Chi non impara ad apprezzarli rimarrà sempre lontano dalla vita.” “Perché la poesia è così profonda e intangibile che non si può definire tutto in modo sistematico ma Mauve ha una grande sensibilità, e questa sensibilità la trovo molto più preziosa rispetto alle definizioni e alla critica.” “Da bambino, mi è capitato di guardare con simpatia e rispetto infinito il volto mezzo avvizzito di una donna su cui era come se ci fosse scritto: di qui sono passate la vita e la realtà.” “Eppure viviamo, e c’è in questo qualcosa di meraviglioso. Chiamalo pure Dio, natura umana o come vuoi, ma c’è qualcosa che non so definire in un sistema anche se è molto vivo e vero, e questo per me è Dio, o l’equivalente di Dio.” “il y a du bon en tout movement.”

Mariafrancesca Perna

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