Il Filadelfia torna la casa dei granata per un giorno
Il Torino F.C. ha deciso di omaggiare il centenario della nascita di Valentino Mazzola con una giornata dedicata al calcio – un torneo per la categoria pulcini – al vecchio stadio Filadelfia. Il torneo è un triangolare composto da Torino, Inter e Venezia, ma la giornata sarà dedicata soprattutto al leggendario capitano dei granata, tragicamente scomparso a Superga. Verrà ufficialmente emesso dal ministro dello sviluppo economico e da Poste Italiane un francobollo celebrativo raffigurante Mazzola con valore simbolico e storico. Saranno presenti anche diversi ospiti illustri tra cui il figlio Sandro Mazzola, che porterà il nipote Valentino in quella che fu la casa del bisnonno per 7 anni che cambiarono il calcio italiano. L’evento sarà seguito e trasmesso da Sky Sport.
Il ricordo al grande capitano
Cento anni fa nasceva Valentino Mazzola, colui che sarebbe poi diventato capitano del Torino e simbolo di quella squadra che a distanza di tanti anni nessuno riesce a dimenticare. Il ricordo del Tulén rimarrà indissolubilmente legato a tutto ciò che riguarda il calcio. Perché in tutta Italia quando si parla di grande Torino c’è qualcosa che ci lega. I tifosi della Juve potrebbero storcere il naso, però è innegabile che quella squadra per caratteristiche, vicende e periodo storico rimarrà per sempre nel cuore degli italiani. Mazzola è stato un uomo forgiato dal sudore e dal dolore, quello della scomparsa del padre quand’era ancora un ragazzo. Lavora come operaio alla Fiat sin da ragazzo, ma non abbandona mai la passione per il calcio. Poi lo prese il Venezia nel 1940 e in due anni riuscì a vincere una Coppa Italia, nel ’42 il passaggio e la definitiva consacrazione al Toro. Questa avvenne nell’immediato dopoguerra, quando il Torino continuò la striscia di scudetti consecutivi fino ad arrivare a 5, con Mazzola capitano. Il Torino da allora è riuscito a vincere solamente un altro scudetto.
Le memorie di Sandro
Sandro Mazzola, storica bandiera dell’Inter, ricorda il padre in un’intervista rilasciata a Sky Sport. In particolare si nota nel figlio, nonostante non abbia mai giocato per il Toro, un’amore incondizionato per i granata.
È un colore che significa qualcosa…dovendo parlare in tv ho pensato: faccio quello dell’Inter o quello del Torino? Per oggi siamo del Toro.
Il ricordo dell’ex Inter va anche a quando era un bambino e seguiva papà in tutte le partite. Essendo il figlio del capitano era privilegiato rispetto agli altri bambini e andava addirittura in campo a giocare con i campioni di quegli anni.
Mi ricordo quando papà mi portava al campo e io andavo nello spogliatoio, mi cambiavo con lui poi mentre faceva allenamento io tiravo in porta dove c’era Valerio Bacigalupo.
Il condottiero Mazzola
Negli anni dei grandissimi successi del Toro, una squadra di grandi campioni, Mazzola risultò essere il più importante. Non a caso il presidente Novo gli diede la fascia da capitano e non ne volle sapere di venderlo né all’Inter né all’estero. Mazzola era troppo importante per quella squadra, per la sua gente. Un vero e proprio condottiero, che quando c’era da rimboccarsi le maniche (spesso in concomitanza con lo squillo del trombettiere allo stadio) cambiava la partita. Superiorità tecnica sì, ma soprattutto caratteriale quella di Mazzola. Quel suo Torino, durante ogni partita, reagiva ai momenti più difficili grazie al suo condottiero, in grado di caricarsi la squadra sulle spalle in certi momenti cruciali. Il parallelismo con l’Italia del dopoguerra viene spontaneo, quando tutti cercavano di ripartire, rimboccandosi le maniche per cercare di ripartire. Il Torino ci riusciva sempre, il paese si rilanciò economicamente proprio l’anno dopo Superga. Un luogo che, purtroppo, rimarrà per sempre legato al ricordo di una delle squadre di calcio più forti di sempre.
Avevo finalmente capito qual era il segreto di Valentino Mazzola: quel famoso “quarto d’ora granata” non esiste soltanto sui campi di calcio. Vede, esiste anche nella vita ed è quando ti devi rimboccare le maniche, proprio come faceva lui, il capitano… quando capisci che tutto quello che fai deve andare nella direzione giusta. – “Il grande Torino”
Luca Pesenti