Una ricerca effettuata presso il National Institute of Allergy and Infectious Diseases, una organizzazione governativa statunitense, e pubblicata su Nature medicine, ha portato alla scoperta di un vaccino per l’HIV che si è dimostrato efficace su dozzine di ceppi virali.
Bisogna essere molto chiari su cosa si intende per vaccino efficace, per ora non è stato testato su umani, ma su cavie e scimmie e non si è ancora nemmeno alla fase in cui testare se le protegge dal contagio, vaccino efficace vuol dire che ha prodotto la risposta desiderata nel sistema immunitario.
Non entrerò in particolari tecnici, parlando diffusamente del meccanismo con cui agisce il vaccino addentrandomi in discussioni su cosa sia un peptide di fusione e altre amenità varie che richiederebbero un mio corso accelerato di medicina e annoierebbe la maggior parte di voi. Basterà dire che sono due i diversi approcci alla scoperta di un vaccino per l’HIV davvero efficace, perseguiti negli ultimi anni dai ricercatori del NIAID. Il primo approccio è cercare i più potenti anticorpi anti HIV e tentare di sollecitarli con un vaccino basato sulla struttura della proteina sulla superficie dell’HIV dove gli anticorpi si legano, in altre parole gli scienziati partono dallo studiare quale parte del nostro complessissimo sistema immunitario reagisce meglio all’HIV e cercano di stimolarlo.
L’altro approccio invece è più empirico, si selezionano i vaccini più efficaci tramite trial clinici.
Avrete capito che se mi sono dilungato sul primo approccio è perché questo vaccino è frutto di quello.
OK mi rimangio quanto ho detto, devo dire due parole sul peptide di fusione, immaginatelo come una lancia nella cellula dell’HIV, la struttura che usa per penetrare la membrana delle cellule che attacca, si tratta di una struttura che il sistema immunitario ha dimostrato di “vedere” bene, cioè provoca facilmente una risposta del sistema immunitario. Gli scienziati sono partiti da lì per creare un vaccino che stimolasse la risposta del sistema immunitario a quella porzione dell’HIV. Devo introdurre un’altra parolaccia: epitope, l’epitope è la parte dell’antigene (scusate ma ve l’ho detto che l’immunologia è complicata) a cui si lega l’anticorpo, alcuni epitopi confondono il sistema immunitario con degli zuccheri, il peptide di fusione non ha questa capacità, inoltre il peptide di fusione è comune alla maggior parte dei ceppi dell’HIV, ecco perché quella scoperta dai ricercatori può essere considerata una meravigliosa (per noi) debolezza del virus dell’HIV, molto promettente da sfruttare.
Roberto Todini