Vaccino contro il Covid-19. Il 34% degli italiani pensa di non farlo

morbillo vaccino

Vaccino contro il Covid-19. Il 34% degli italiani non lo farebbe. La media globale dei contrari è del 26%.

Si torna a parlare di seconda ondata e delle conseguenze economiche sanitarie che dovrà affrontare l’Italia. Ma a spaccare in due la popolazione sembra essere più un fattore psicologico riguardo al futuro vaccino contro il Covid-19. C’è chi attende con impazienza un vaccino e chi invece è scettico a riguardo, tanto da rifiutare la vaccinazione qualora fosse disponibile. A livello globale il 74% della popolazione afferma di attendere al più presto un vaccino contro il Covid-19, a rivelarlo è una recente indagine dell’agenzia IPSOS. L’indagine riguardava 27 paesi in tutto il mondo, tra cui l’Italia, e ha messo in luce dubbi e divergenze in merito ad una futura vaccinazione.

I numeri dell’indagine: Italia in pole position tra i contrari al vaccino.

Nel sondaggio, il 74% della popolazione globale afferma di attendere il vaccino contro il Coronavirus, le percentuali più elevate si stimano in Cina con il 97% e in Brasile con l’88%, per finire con i più scettici tra cui Russia e Polonia 54% e 57%. L’Italia si colloca a metà con il 66%. Diverse sono le motivazioni alla base di chi non vuole sottoporsi al vaccino (26% dei 5.000 intervistati). Tra i contrari in Italia, al pari della Russia, un’ampia fetta di popolazione, per l’esattezza il 34%, ha dichiarato di essere contrario al vaccino anti Covid-19.



Da un lato c’è chi ritiene che questo vaccino avrebbe molti effetti collaterali, dall’altro invece si valutano i vantaggi dell’immunità di gregge per l’interesse collettivo. Il sondaggio evidenzia anche una notevole concentrazione di paesi a favore del vaccino. Tuttavia, in Italia i dati dei più diffidenti (34%) sono superiori alla media globale (26%)  ed evidenziano una grossa esitazione nei confronti della vaccinazione in generale.

Il vaccino contro il Covid-19 secondo il 34% degli italiani non è sicuro.

Fanatismo a parte, è chiaro che il carattere psicologico di ciascuna persona assume un grosso peso sulla scelta di rifiutare la vaccinazione. Non solo, il dibattito mediatico intorno al Covid tra istituzioni e virologi rischia di influenzare l’opinione pubblica anche a danno delle vaccinazioni. C’è poi la questione della sicurezza. La sperimentazione di nuovi vaccini infatti richiede tempi dilatati della durata anche di 10-15 anni, tanto più se il virus da neutralizzare ha effetti ancora da analizzare. Molti scienziati reputano che in casi di emergenza di questo tipo si debba agire subito a scapito di una ricerca sicura. E’ questo il caso dello Sputnik , il famoso vaccino russo, o delle sperimentazioni delle varie case farmaceutiche americane.  Al Kaiser Permanente Washington Health Research Institute, da marzo di quest’anno, erano già partiti degli studi su 45 volontari.

I dati raccolti nell’indagine sono solo un piccolo campanello d’allarme con cui tutta la comunità scientifica dovrà fare i conti per il bene della campagna alla sensibilizzazione delle vaccinazioni.

Valerio Caccavale

 

 

 

 

 

 

 

 

Exit mobile version