Sgombriamo subito il campo da un equivoco, questo non è un articolo anti-vaccinista e tanto meno lo è la ricerca che proviene dall’Università del Kent ed è stata pubblicata ieri su Frontiers in immunology.
L’inefficacia della vaccinazione di massa per contenere e prevenire i ripetuti scoppi di focolai di ebola nell’Africa Centrale non ha nulla a che fare con l’efficacia dei vaccini e solo in parte con l’efficacia del vaccino nello specifico caso dell’ebola, ha a che fare con il non essere realistico il raggiungimento di una copertura tale da assicurare una efficace immunità di gregge per questo contagio tanto virulento.
Si tratta quindi di uno studio che si confronta con le cifre (anche economiche) e conclude che la strada più efficace per contenere il dilagare di epidemie è l’isolamento tempestivo degli infetti.
Significativo che la pubblicazione arrivi in coincidenza con la notizia di una nuova epidemia di ebola in Congo.
Ma quali sono le cifre che portano i ricercatori a concludere che la vaccinazione di massa non è una strada oggi percorribile per scongiurare epidemie di Ebola in Africa?
Un malato di ebola infetta in media quattro o più persone, a questo livello di contagiosità per ottenere una efficace immunità di gregge occorrerebbe vaccinare almeno l’80% della popolazione, anche se il vaccino fosse tanto efficace (i vaccini per l’ebola sono ancora sperimentali) da immunizzare nel 90% dei casi.
Durante la grande epidemia di Ebola che ha infuriato in Africa Occidentale si è riusciti a vaccinare solo il 49% tra le persone a rischio per essere entrate in contatto col virus (anche perché il 34% ha rifiutato il vaccino).
Come non bastasse tra i vaccini per l’ebola oggi disponibili non ce n’è nessuno che protegga da tutti i quattro ceppi conosciuti del virus. Non sappiamo ancora quanto la protezione fornita da questi vaccini duri e anche questo è un problema perché in Africa il virus ebola non può essere debellato in quanto ha un serbatoio naturale negli animali, dunque una vaccinazione di massa sarebbe un efficace preventivo contro le epidemie solo se la copertura che offre è duratura nel tempo.
Infine c’è il problema costi/logistica, nelle aree più interessate vivono 462 milioni di persone da vaccinare, molte sparse in aree rurali difficili da raggiungere, al costo di 15-20 dollari per dose. La conclusione dei ricercatori è che la strategia realistica da perseguire è vaccinare gli operatori sanitari e le persone entrate in contatto diretto col virus e rinunciare a programmi di vaccinazione di massa preventivi.
Roberto Todini