Usare la calcolatrice per parlare di esseri umani

Ultima Voce usare la calcolatrice per parlare di esseri umani

Solito commento al post: “Sì ma costa più tenerli o rimpatriarli?”

E ti viene naturale rispondere con le solite argomentazioni ragionieristiche, costi e ricavi: che l’accoglienza costa 3 miliardi e rimpatri costerebbero 4mila euro a immigrato; che in Italia gli stranieri producono il 9% del Pil, versano 8 miliardi di sola Irpef nelle tasche dello Stato, 11 miliardi di contributi pensionistici con cui pagano la pensione a 580mila pensionati italiani, che i 35 euro vanno gli italiani e solo 2 euro a loro, e tutte queste cose qui.

Poi ti rendi conto che ci stanno riuscendo, ti stanno trascinando al loro livello.

Che ti fanno usare la calcolatrice per parlare di esseri umani, di tuoi coetanei, di bambini, donne, adolescenti, di vite.

Come se fossimo dei trafficanti di esseri umani qualsiasi fuori dal carcere a chiederci con carta e penna e bevendo una birra se questo tizio ci convenga più tenerlo o eliminarlo, e se quell’altro sia meglio venderlo o liberarlo.

Come se parlassimo di auto usate o di carne da macello.

Come se l’accoglienza e la solidarietà verso altri esseri umani siano accettabili solo se ci portano guadagni. Altrimenti non va bene.

E allora dove sarebbero l’accoglienza e la solidarietà?

Ci porta il segno più. Ma anche se così non fosse, l’accoglienza solidale deve portare il segno meno. Deve. Per definizione. Altrimenti è altro. Altrimenti è un b&b. Se vuoi accogliere e guadagnarci non sei più una nazione, sei solo un enorme villaggio turistico a forma di stivale.

Come se a un questuante che ci chiede la carità per strada rispondessimo “sì, ma tu quanto mi dai?”.

L’accoglienza dovrebbe essere il nostro modo di ringraziare e ripagare la sorte per essere nati qui e non lì. Per essere nati in quel 20% del mondo ricco e in pace che rappresenta non la norma, ma l’eccezione nel mondo e nella storia.

Di aver vinto la lotteria biologica della nascita. Di aver avuto un’enorme, spaventosa botta di cul*. Perché nessuno di noi ha meritato il suo essere qui. E nessuno di loro meritava di nascere lì.

L’accoglienza dovrebbe essere il nostro modo di risarcire il resto del mondo per averlo schiavizzato, inquinato, abbattuto, allagato, bombardato e devastato per permettere a noi (e a me) di vivere come viviamo.

In cambio ci viene chiesto solo una briciola, un atomo di tutto quello che abbiamo. E non vogliamo dare nemmeno quello. Perché siamo ingordi. Fino al vomito. E talmente stupidi da farci convincere dai politici e dai potenti che sprecano e rubano migliaia di miliardi, che solo strappando il pezzo di pane che abbiamo dato ai più poveri di noi, staremo meglio.

 

Emilio Mola

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