USA, in onda la tendenza medievale: cos’è la “ruota degli esposti”?

ruota degli esposti

Negli USA è in vigore, in grande prevalenza, una prepotente filosofia conservatrice antiabortista.  Questa, attecchita in forma disomogenea in tutti gli Stati, ha oramai disegnato un ideale di massima nella federazione. Costantemente nascono delle dissidenze di oppositori; spesso deboli però, vengono aggressivamente debilitate  e rapidamente demolite dalla competizione.

L’obiezione non porta grandi risultati quando il numero democratico-maggioritario dei prendenti posizione “A”, supera di gran cifra la quota antidemocratica-minoritaria dei prendenti posizione “B”. Così, il surclasso di pensieri egemonizza sempre più, conducendo alla mutazione della società, con l’attualizzazione di novità o di antichità impensabili. In questo contesto, con l’espansione e la definizione dell’orientamento anti aborto, riprende l’onda una vecchia tendenza medievale: torna in auge, dal passato, la “ruota degli esposti”.

USA, ritorno al passato: un’attitudine discutibile

Ridiventano di moda le “ruote degli esposti”, delle zone disposte ad hoc per ovviare all’impossibilità d’interrompere la propria gravidanza. Pensando ad esse, le partorienti potranno dar vita al proprio neonato in tranquillità, dimenticando poi di averlo fatto. Una disumanità possibile grazie alla verità che ora spiegheremo meglio. In realtà, “ruota degli esposti” è il termine tradizionale, medievale, con cui si identificavano quelle che oggi, negli USA, sono le ” Safe Haven Baby Box”. Qui, le donne potranno collocare i neonati indesiderati, così che restino al sicuro finché non verranno recuperati dalle forze dell’ordine. Il sistema è progettato affinché l’identità delle depositanti rimangano anonime, a garanzia delle proprie privacy e a incentivo dell’azione.

Safe Haven Baby Box, un’idea da tempi che furono

C’è un nome originale e ve ne è uno moderno, ma forse altre definizioni potrebbero render meglio comprensibile ciò che sono tali “box”. Queste effettivamente sono “depositi” o, volendo essere crudi, provocanti e forse eccessivi, “discariche” per bambini. In fondo, pensateci…si tratta di centri di raccolta decorati a culle, in cui il rifiuto, il rifiutato, è umano. In questa eccezione, una creatura in sviluppo, e non una materia in marcescenza, viene rilasciata nell’anonimato della quotidianità; senza problemi, lentezze o burocrazie impedenti e fastidiose.

Il procedimento di “smaltimento” d’altronde è semplicissimo: metti al mondo un involuto o un’involuta; ti muovi per qualche metro o chilometro, spostandoti dall’ospedale alla più vicina “Safe Haven Baby Box”; rilasci il partorito o la partorita;  continui a vivere come hai sempre fatto.

Non esiste modo più semplice e rapido per sbarazzarsi dell’esubero, allo stesso modo, non esiste modo più semplice e rapido per rendere l’esistenza dell’oggettificato una tremenda catastrofe.

Gabriele Nostro

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