Nel 2016, subito dopo essere stato eletto, Donald Trump e Melania hanno chiesto in prestito al Museo Guggeheim di New York, un quadro di Van Gogh per le stanze della Casa Bianca. Il dipinto del 1882 rappresenta un uomo con cappello nero che percorre un sentiero desolato di Arlès: richiesta rifiutata dalla direttrice Nancy Spector “troppo fragile e di poca affidabilità” è stata la risposta.
In alternativa la Spector propose l’opera dell’italiano Maurizio Cattelan, un gabinetto tutto d’oro chiamato America, dal design innovativo e perfettamente funzionante che, ovviamente, venne rifiutato dal tycoon, ma che rivelò al mondo, come un tarocco profetico, la politica degli anni che seguirono.
E’ altrettanto chiara la posizione di chi come Nancy Spector rappresenta il mondo dell’arte e di chi, come Agnes Gund, 80 anni, presidente emerita del MOMA e benefattrice di cause umanitarie, ha dato fondo al suo patrimonio di collezionista per finanziare la riforma della Giustizia penale in America.
Agnes Gund, la mecenate buona dell’arte, filantropa alla David Rockfeller, temendo per i suoi nipotini afro-americani e per il rischio di un America sempre più sotto torchio “tolleranza zero”, ha deciso di vendere Masterpiece (creato nel 1962) di Roy Linchenstein per 165milioni di dollari, di cui 100 hanno dato vita all ‘Art for Justice, organizzazione che muove le sue fila per porre fine al carcere facile per le minoranze. L’acquirente è stato il collezionista Stephen Cohen.
La Fata buona miliardaria, “Aggie“, come la chiama affettuosamente il New York Times che di recente le ha dedicato un lungo articolo, è quasi in bolletta per le tante cause finanziate, come la lotta all’AIDS, il diritto all’aborto, le numerose organizzazioni per le arti, sempre attraverso la vendita della prestigiosa collezione nell’ appartamento in Park Avenue, che conta opere di Jasper Johns, Robert Rauschenberg, Ellsworth kelly, etc.
Magnifica donna che merita la stima del mondo intero per come si è nobilmente battuta in nome dell’arte contro Donald Trump, oggi comunque bacchettato dai risultati del Midterm. Battuto dai democratici alla Camera, con il 50,6% contro il 44,6% del partito repubblicano, rimane vittorioso al Senato con il risultato ribaltato, ovvero il 51% dei repubblicani contro il 43% a favore dei democratici.
L’onda dell’antipolitica dal cuore d’oro
L’onda dell’antipolitica è stata cavalcata anche da attori come George Clonney il quale, a marzo 2018, ha finanziato con 500mila dollari la marcia su Washington contro la vendita delle armi ed è stato protagonista di una campagna contro le lobbies americane ( NRA).
Uno schieramento compatto quello del mondo dello spettacolo e dell’arte no – Trump: durante questi ultimi due anni del governo repubblicano le strade delle capitali si sono riempite di manifestanti a favore dell’immigrazione, dell’antirazzismo, dei diritti civili come il riconoscimento di identità transgender e lo ius soli, mentre dall’altra parte la linea resta dura ed inflessibile, incline alla cancellazione di ogni riforma attuata dal predecessore Obama.
Bisogna comunque tenere a mente che negli USA non si può fare riferimento ad una destra meta-fascista o ad una sinistra meta-proletaria, poichè questi due poli laggiù non esistono, essendo da sempre un territorio di salvezza neutrale per gli intellettuali in fuga da ogni tipo di governo totalitario.
Come non ricordare che nella maggior parte dei salotti americani, Andy Wahrol, stella del popular e dell’arte a diffusione orizzontale, riuscì ad appendere il ritratto di Mao truccato con tanto di ombretto e rossetto, operazione ironica e ben riuscita allo scopo di abbattere la dilagante paura del popolo americano nei confronti di quel mostro chiamato comunismo.