L’urbanistica Maya è uno dei più ampi temi di ricerca archeologica. In Messico ci sono numerosissimi siti relativi a questa civiltà.
Recenti sondaggi archeologici hanno rivelato la presenza di un’enorme piattaforma, costruita 3000 anni fa. Questa reggeva una serie di altre strutture tra cui una piramide di circa quattro metri. Si tratta della più estesa e antica struttura monumentale mai scoperta in questa regione. Il ritrovamento è avvenuto nello stato messicano di Tabasco, nel sito di Aguada Fénix, situato nella cosiddetta “pianura Maya”, dove ebbe origine l’omonima civiltà.
Scoperta
I risultati della ricerca sono stati pubblicati dalla rivista Nature. Il team responsabile della scoperta è guidato da Takeshi Inomata e Daniela Triadan, professori di antropologia dell’Università dell’Arizona.
Grazie ad una straordinaria tecnologia, gli archeologi hanno rinvenuto una piattaforma alta una decina di metri che misura 1.413 metri da nord a sud e 399 metri da est a ovest. Dalla struttura si diramano 9 strade rialzate. L’area occupata è più ampia di quella della grande piramide di Giza in Egitto. L’analisi al radiocarbonio dei reperti lignei rinvenuti sulla piattaforma suggerisce che la costruzione del sito sia iniziata tra il 1.000 e l’800 a.C.
Tecnica e tecnologia
La tecnologia usata dagli studiosi è il Lidar: Light Detection and Ranging o Laser Imaging Detection and Ranging. Si tratta di una tipologia di telerilevamento laser che riproduce una mappa 3D della superficie sottostante. Nonostante la fitta vegetazione, il Lidar:
“consente di determinare la distanza di un oggetto o di una superficie utilizzando un aereo o un drone che sorvolano l’area di interesse e scansionano la zona grazie a impulsi laser, in modo che i segnali di rimbalzo generano quella che viene considerata una nuvola di dati, che viene poi elaborata al computer in un modello che riproduca il terreno”.
Queste le parole di Takeshi Inomata. Inutile sottolineare come la tecnica permetta di risparmiare tempo rispetto ad una campagna di scavo tradizionale. In Guatemala il Lidar ha individuato 60.000 insediamenti Maya. Questo rivela la forte densità di popolazione della zona.
Urbanistica Maya e società
La scoperta d Aguada Fenix fornisce informazioni sull’inizio dell’architettura del popolo precolombiano. Molto spesso, urbanistica e architettura sono dati essenziali per comprendere la struttura sociale di una civiltà.
Secondo Inomata probabilmente la costruzione della piattaforma di Aguada Fénix ha richiesto oltre sei anni pieni di lavoro e 5.000 persone. Questo denota che ci troviamo in presenza di una società ben organizzata, basata sulla collaborazione e con delle ottime conoscenze architettoniche.
La forma e le dimensioni della struttura suggeriscono che fu costruita per essere utilizzata da molte persone e non da una piccola comunità. Questo contrasta con la teoria tradizionale secondo la quale la civiltà Maya si sarebbe gradualmente sviluppata con piccoli villaggi e piccole comunità aggregatesi tra il 1000 e il 350 a.C.
Inoltre, la mancanza di sculture in pietra in onore di sovrani o personaggi importanti, spinge i ricercatori a credere che durante il primo periodo della società Maya ci fosse meno disuguaglianza sociale. Nei secoli successivi, gli abitanti della regione iniziarono a costruire piattaforme molto più piccole (non funzionali ad ampi assembramenti) e piramidi più alte accessibili solo all’élite.
Un’ altra ipotesi presa in esame è che il sito di Aguada Fénix sia connesso ai terrazzamenti Olmechi, una popolazione che occupava un territorio attiguo a quello Maya. Ma, nonostante la probabile funzione simile dei siti, questa resta una teoria da confermare.
In merito all’utilizzo, molto probabilmente il sito funzionava come luogo comunitario o centro cerimoniale.
C’è chi ha visto in questo sito una vera e propria testimonianza del passaggio da una civiltà nomade a sedentaria. Pare che costruttori di Aguada Fénix abbiano gradualmente abbandonato lo stile di vita di cacciatori-raccoglitori per fermarsi in quest’area. Ma anche questa teoria è stata più volte messa in discussione e non confermata.
Dunque l’architettura dei primi Maya ci dà indicazioni su questa civiltà. Ma i dati in possesso non consentono di ricostruire con precisione il tipo di società che occupava il sito. Resta ancora molto da indagare e approfondire. Ma, senza dubbio, il ritrovamento contribuisce a gettare nuova luce sulle funzioni dell’architettura pubblica e l’urbanistica Maya.
Maria Luisa Ancona