Non si arresta la furia dell’uragano Irma. Dopo aver seminato morte e distruzione nei Caraibi era stato declassato a potenza 4, ma nelle ultime ore ha riacquisito forza tornando al livello massimo. E si dirige verso le coste della Florida dove si abbatterà già da questa sera. Da giorni la gente ha iniziato ad evacuare le zone più colpite, tra cui Miami, dove in queste ultime ore regnano caos e panico.
Si respira un clima surreale a Miami Beach, la città turistica per eccellenza, affollatissima tutti i mesi dell’anno. Ora invece strade e viali deserti, alberghi vuoti, negozi chiusi. L’arrivo dell’uragano Irma fa tanta paura e in migliaia sono scappati via dando vita a un esodo senza precedenti. Sì, perché come annunciato da tutti i tg e dal presidente Donald Trump, questo è il più forte uragano della storia, con venti che soffiano a 300 km orari.
Finora sono evacuate oltre 650mila persone, scatenando il caos più assoluto. Aeroporti presi d’assalto con la speranza di trovare ultimi voli prima che questi chiudano, bus e mezzi stracolmi di gente (quando non saltano le corse), code infinite di macchine sulle strade principali della Florida letteralmente intasate. Senza tener conto dell’emergenza carburante. Ormai trovare benzina sembra un’impresa ardua, sia perché in tanti si sono riforniti prima di partire, sia perché le autobotti restano il più delle volte bloccate nel traffico impazzito di queste ore. In questo modo la lunga coda di automobili in fuga rischia di doversi fermare senza poter raggiungere gli Stati limitrofi.
C’è chi, inveve, decide di restare a Miami, anche perché non tutti riuscirebbero a scappare in tempo visti i rallentamenti generali dei mezzi di trasporto. E per questa gente l’emergenza sarà altissima sia prima che dopo l’uragano. L’acqua infatti inizia a scarseggiare e gli scaffali dei supermercati sono ormai vuoti. Difficile immaginare che possano arrivare altri rifornimenti e non si sa tra quanti giorni si potrà riprendere la vita normale. Ciò che affliggerà la gente del posto dopo l’impatto di Irma sarà infatti la mancanza di elettricità e di acqua potabile.
Intanto sono stati allestiti numerosi rifugi, anche negli alberghi, nelle zone più interne e lontane dalla costa, dove c’è il rischio inondazioni. Ma anche qui non c’è posto per tutti. E ci si attrezza come si può, rinforzando porte e finestre con tegole di legno e sacchetti di sabbia. L’obbligo di evacuazione è stato emanato dalle autorità della Florida per le zone “rosse“, ovvero Miami Beach e Key Biscayne. L’ultimo bollettino emanato parla di impatto “catastrofico” nelle aree di Everglades, South Miami, Coral Gable, Miami Beach e Downtown. Gran parte della folla evacuata si dirige verso la Georgia, anche se la destinazione più sicura sembra essere l’Alabama.
Drammatica, infine, la corsa contro il tempo delle oltre 60mila persone che vivono nell’arcipelago delle Keys, dove finora solo la metà è riuscita ad evacuare. Le isole rischiano seriamente di essere sommerse dall’acqua. A rallentare la fuga c’è il fatto che per lasciare le isole ci sono soltanto i ponti che le collegano alla terraferma. Per cui se uno di questi ponti dovesse essere danneggiato da Irma, le isole resterebbero completamente isolate.
“Sono molto, molto preoccupato – ha dichiarato Trump – siamo di fronte a venti di una forza mai vista. Ma siamo preparati al massimo per affrontare questa emergenza“.
Gianni Chiarappa