Uomo e natura da sempre hanno un rapporto complicato. Spesso non ci rendiamo conto di che impatto abbiamo su ciò che ci circonda, né di quanto l’ambiente risenta della nostra presenza e delle nostre attività. Il surriscaldamento globale, la deforestazione, lo scioglimento dei ghiacciai, le estinzioni di molte specie: tutta opera dell’uomo.
Il nostro rapporto con la natura è sempre stato ambiguo, una sorta di lotta alla supremazia senza fine. Il lockdown per la pandemia di Covid-19 ci sta dando la possibilità di vedere chiaramente cosa succede agli ambienti naturali se viene tolto l’uomo come variabile nell’equazione della vita sul pianeta Terra.
La natura “urbanizzata”
Cervi e papere a zonzo per le città, delfini nei porti più trafficati del mondo: una lenta e inesorabile riconquista di territorio da parte del mondo animale. Un mese fa la notizia inaspettata: i panda dello zoo di Hong Kong sono riusciti ad accoppiarsi dopo 10 anni di tentativi da parte dei veterinari del parco. Probabilmente lo stress provocato dai visitatori aveva causato “ansia da prestazione” nei due poveri panda che avevano bisogno solo di un po’ di privacy.
Se i panda avevano solo bisogno di un po’ di solitudine, le scimmie del tempio Lopburi, non sembrano abituarsi facilmente alla mancanza dei turisti. Durante l’anno i visitatori nutrono i macachi quando si recano nella cittadina per ammirare le rovine del tempio khmer e la colonia di primati. Ora che non ci sono i turisti le scimmie hanno ingaggiato una sorta di guerriglia tra gang per il poco cibo rimasto.
Stessa sorte stanno attraversando i cervi Sika del parco di Nara. Anche questi animali si sono abituati a mangiare ciò che offrono i turisti durante l’anno. All’interno del parco sono presenti addirittura commercianti che vendono cibo per i cervi ai visitatori del parco. Ovviamente, ora che i viaggi sono stati sospesi, i cervi cercano da soli il loro nutrimento e vagano per le strade di Nara.
Gli esempi potrebbero continuare all’infinito: dai pinguini dell’acquario di Chicago, ai cinghiali a spasso per le strade di Barcellona. La domanda che molti si pongono è: come si evolverà ora il rapporto tra uomo e natura? Una volta che finito il lockdown torneremo ad invadere il pianeta Terra e il nostro comportamento sarà decisivo per le sorti del pianeta Terra.
Come cambierà il rapporto tra uomo e natura nel post-pandemia?
Possiamo sperare che questo periodo di quarantena, chiusi nelle nostre case, ci faccia apprezzare più di prima la natura che ci circonda. Una ritrovata sensibilità che aiuterebbe l’ambiente con piccoli gesti quotidiani e che potrebbe spingere i cittadini a chiedere ai propri governi misure mirate alla salvaguardia degli habitat e degli ambienti. La ripartenza economica infatti potrebbe essere molto dannosa per l’ambiente, più di quanto immaginiamo. Il rapporto tra uomo e natura sarà influenzato dal tipo di sistema produttivo che decideremo di adottare.
Nei Paesi del Terzo Mondo, la faccenda si complicherebbe ulteriormente. Quest’ultimi sono i detentori della maggior percentuale di biodiversità terrestre e potrebbero decidere di investire le loro poche risorse in economie poco green. Sarebbe una grave perdita che andrebbe a riflettersi sugli ecosistemi di tutto il pianeta. A questo bisogna aggiungere che se le popolazioni più povere che non ricevono sovvenzioni da parte dello Stato, potrebbero ricercare nella caccia e nella pesca indiscriminata il sostentamento quotidiano.
Anche chi vive di turismo legato a flora e fauna selvatica potrebbe risentire ulteriormente del clima post-pandemia. Diminuendo le entrate legate ai viaggiatori, non ci sarebbero più le risorse per continuare nella manutenzione degli spazi verdi da salvaguardare.
Gli agricoltori ed allevatori potrebbero sentire gli effetti dell’espansione dei territori di caccia di animali che solitamente sono abituati a convivere serenamente con l’uomo. La speranza è che non si sfoci in episodi di violenza per la difesa dei raccolti e delle greggi.
Da come decideremo di agire dipenderà il rapporto tra uomo e natura, andando a influenzare la sopravvivenza di tutti gli esseri viventi. L’avventatezza e l’impulsività in un momento così delicato potrebbero essere la goccia che fa traboccare il vaso e che farebbe precipitare una situazione già precaria.
Giulia Fasano