Marco D’Aniello è morto a 42 anni nella stazione centrale di Napoli, dopo aver vomitato sangue per 50 minuti, attorniato da persone che hanno chiesto aiuto disperatamente, sperando nell’arrivo di un’ambulanza che per motivi imprecisati, è arrivata troppo, troppo tardi.
L’uomo era affetto da talassemia, una malattia del sangue che gli ha provocato una grave emorragia. Seppur meno intense, a Marco erano già capitate crisi simili, ma ha sempre potuto contare sull’appoggio dei suoi fratelli che prontamente lo portavano in ospedale, dove il tutto si risolveva con una flebo.
Questa volta, alle 21 di giovedì, Marco si trovava al binario 14 e non si può dire che fosse solo; infatti la stazione a quell’ora è piuttosto affollata, ma nonostante questo, non c’era nemmeno un presidio sanitario di primo soccorso, non un medico in grado di fornire almeno le prime cure.
Ciò che principalmente ha segnato il destino di marco è il mancato intervento del pronto soccorso, chiamato più volte dalla Vigilanza, dalla Polfer, dai passanti, e da chiunque fosse lì in quel momento, impotente di fronte a quella situazione.
A detta degli operatori telefonici del pronto soccorso, nessuna ambulanza era disponibile, se non fosse che oggi, il Corriere del Mezzogiorno ha reso pubblico l’audio delle telefonate, e ciò che emerge lascia via libera soltanto alla più amara indignazione.
Di seguito, soltanto alcune delle molteplici telefonate fatte:
Operatore: «118».
Polfer: «Buonasera, la Polfer. Non so se già vi hanno avvisati: al binario 14 di Napoli Centrale la nostra pattuglia… c’è una persona che sta male, che sta vomitando sangue».
Operatore: «Vabbè… appena si libera qualche ambulanza ve la mandiamo».
Polfer: «Ok, grazie».
Non vedendo giungere alcun soccorso, anche un passante prova a richiamare, per la quarta volta.
Passante: «Ambulanza?».
Operatore: «Sì».
Passante: «Eh, sentite ma c’è un signore che sta vomitando sangue a Napoli Centrale, la stazione. Lo stanno facendo morire qui a terra. Io penso che già è morto anche…».
Operatore: «Ah, quindi non serve più l’ambulanza…?».
Passante: «No, come non serve più?».
Operatore: «Lei ha detto che è morto».
Passante: «Noo, non lo sappiamo ancora. È a terra, ricoperto di sangue. Come non serve più?».
Operatore: «E lei ha detto che era deceduto, scusate».
A questo punto i toni si iniziano a scaldare.
Passante: «No, e che sono un medico io?».
Operatore: «E allora perché dice cose non vere, mi faccia capire».
Passante: «Ma chi è che dice cose non vere?».
Operatore: «Lei ha detto che è morto. Lei ha detto che è morto. Ha affermato che è morto».
Passante: «No, io mica so se è morto».
Operatore: «Ah vabbe’, sta arrivando l’ambulanza. Arrivederci!».
Ormai la situazione diventa surreale.
Operatore: «118 Napoli».
Guardia giurata: «Senta, siamo sempre le guardie della stazione».
Operatore: «Sì».
Guardia giurata: «Noi abbiamo questa persona che sta emettendo litri e litri di sangue a terra».
Operatore: «Sì».
Guardia Giurata: «Ci serve un’ambulanza urgentemente, urgentemente!».
Operatore: «Sì».
Guardia Giurata: «Sì eh… sembra che stiamo parlando con lo scemo dall’altro lato che diciamo sempre sì».
Operatore: «Ma lei vuole dire che io sono scemo allora?»
Guardia giurata: «No, che mi sta prendendo per scemo».
Operatore: «No, io la sto sentendo».
Guardia giurata: «No, perché lei che mi continua dire sì, sì… e allora sembra che sta parlando con lo scemo dall’altra parte del telefono».
Operatore: «Ma chi è che è scemo? Non ho capito».
Guardia giurata:«Lei mi sta prendendo per scemo, perché se mi risponde sempre sì, sì, sì, sembra che io sono lo scemo della situazione. Io le sto dicendo che c’è una persona a terra che ha bisogno urgentemente di un’ambulanza e lei scherza su una situazione del genere».
Operatore: «Lei dice che io sto scherzando?».
Guardia giurata: «Senta, se lei mi risponde con un sì come se io fossi uno scemo da quest’altra parte…».
Operatore: «Non ho detto questo, lo sta pensando lei signore…».
Guardia giurata: «Io lo sto pensando e glielo sto dicendo».
Operatore: «E va bene, lei può pensare ciò che vuole signore».
Guardia Giurata: «Noi siamo con una persona che sta morendo qui a terra».
Operatore: «Signore le ambulanze non ci sono».
Guardia giurata: «Cioè, non c’è priorità per una persona che sta morendo?».
Operatore: «Signore ci sono altre 6 persone come la persona della quale lei parla che sta aspettando un’ambulanza e le ambulanze sono tutte impegnate».
Guardia giurata: «Le ambulanze sono tutte impegnate. Va bene… le telefonate sono registrate?».
Operatore: «Certamente signore».
Guardia giurata: «Siamo a posto… va bene! Buona sera».
In seguito ad indagini, si è scoperto che in realtà, un’ambulanza libera c’era, ma quel 3 agosto 2017 non è stata mandata. Inoltre, sconvolge come gli operatori quella sera risposero incivilmente alle richieste di soccorso, trattando in malo modo e senza rispetto coloro che invece, dall’altro capo del telefono, vedevano in loro una speranza di salvezza. Per questo, una commissione disciplinare ha sospeso temporaneamente quegli addetti, non riuscendo comunque a stemperare la rabbia di amici, familiari, e chiunque abbia letto e ascoltato le telefonate riportate.
Tuttavia, è sempre un errore fare di tutta l’erba un fascio: questa vicenda scandalizza ed irrita terribilmente, ma ricordiamo che nonostante tutto, la maggior parte degli operatori dei mezzi di soccorso, fanno il possibile per svolgere al meglio la loro professione.
Roberta Rosaci