UNRWA: Israele termina la collaborazione con l’agenzia

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Israele notifica all’ONU il termine della collaborazione con l’UNRWA. Dopo aver varato una legge che mette al bando gli interventi dell’associazione all’interno dei territori occupati dallo Stato israeliano, giunge lo stop definitivo alla cooperazione. A renderlo noto è il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz. Le conseguenze di questa rottura, però, si riversano sulle popolazioni di quei territori alle quali non potranno più giungere gli aiuti pervenuti dall’agenzia.

Il motivo dell’allontanamento

Così Israele prende le distanze da una delle più importanti agenzie internazionali per gli aiuti sociali ed umanitari: la United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees (UNRWA). La notifica all’ONU arriva in seguito all’approvazione, da parte del parlamento israeliano, Knesset, di una legge che vieta l’attività di suddetta agenzia e a formalizzare il tutto è stato proprio il ministro degli Esteri d’Israele, Israel Katz.

La rottura delle relazioni tra lo Stato ebraico e l’UNRWA è figlia di numerose accuse mosse, nei confronti di quest’ultima, da parte dello Stato israeliano. Già nel 2017, il primo ministro israeliano Netanyahu ne aveva proposto lo scioglimento formulando delle accuse infondate sul fatto che diffondesse sentimenti antisemiti. I dipendenti dell’agenzia sono, poi, stati accusati di aver preso parte all’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. A questo proposito, Israel Katz ha definito l’UNRWA come un’agenzia all’interno della quale operano membri di Hamas e che questa si rifiuti di riconoscerlo. Ha dichiarato:

«L’Unrwa, l’organizzazione i cui dipendenti hanno partecipato al massacro del 7 ottobre e molti altri che sono agenti di Hamas, è parte del problema nella Striscia di Gaza e non parte della soluzione».

Il ministro degli Esteri Katz si esprime sugli aiuti umanitari

La comunità internazionale ha condannato le scelte dello stato ebraico cercando di ribadire quanto sia importante l’intervento dell’agenzia in termini non solo di aiuti umanitari, ma anche sociali, in quanto provvede all’istruzione, alla sanità, alle risorse alimentari. Milioni di palestinesi, quindi, si troverebbero allo sbaraglio, privi di qualsiasi supporto ai rifugiati che possa provenire dall’UNRWA. Dinanzi a questa prospettiva, Katz ha minimizzato la problematica affermando che non tutti gli aiuti che giungono a Gaza provengono dall’UNRWA, anzi, solo una piccola parte di questi è data dall’agenzia. Il ministro degli Esteri ha dichiarato:

«Anche adesso, la stragrande maggioranza degli aiuti umanitari a Gaza viene fornita tramite altre organizzazioni, e solo il 13% viene dato tramite l’Agenzia. Lo Stato di Israele è impegnato nel rispetto del diritto internazionale e continuerà a facilitare l’ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza in modo da non danneggiare la sicurezza dei cittadini israeliani».

Cosa comporta questa frattura?

Quello con l’UNRWA è un accordo che va avanti da più di 40 anni, stipulato con lo Stato ebraico nel 1967. L’agenzia nasce nel 1950, in seguito alla nascita dello Stato d’Israele, per proteggere e sostenere i milioni di rifugiati palestinesi sradicati dalle proprie case, molti dei quali oggi sono proprio i discendenti delle vittime di quell’evento. Cessare le relazioni con questo tipo di organizzazione significa privare il popolo palestinese di quello spiraglio di luce che deriva dagli aiuti umanitari. Bandire la United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees vuol dire togliere credito alla causa palestinese e a tutti i benefici che l’agenzia aveva portato ad essa.

Intanto, gli abitanti di Gaza temono realmente di morire di fame senza il supporto necessario e chiedono a gran voce la revoca di questa decisione. Le condizioni in cui vivono attualmente sono terribili, nei territori della striscia a malapena si riesce ad ottenere il necessario alla sopravvivenza e l’interruzione degli aiuti garantiti dall’organizzazione non farà altro che peggiorare lo stato attuale delle cose.

Alessandra Fuina

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