Università di Bologna: “L’inquinamento ambientale ha un ruolo rilevante nei decessi per tumore. È necessario dare priorità alla riduzione della contaminazione ambientale. Solo se sapremo curare il nostro pianeta, potremo evitare di ammalarci.”
Tesi centrale, obiettivi e reperibilità dello studio
Un ampio studio su scala nazionale, basato su innovativi metodi di intelligenza artificiale, mostra la rilevanza della qualità dell’ambiente sulla mortalità da tumore, anche rispetto ad altri fattori socioeconomici e allo stile di vita.
Gli autori della ricerca sono Roberto Cazzolla Gatti (Università di Bologna), Arianna Di Paola (CNR, Istituto per la BioEconomia), Alfonso Monaco (Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”), Alena Velichevskaya (Tomsk State University, Russia), Nicola Amoroso (INFN, Sezione di Bari), e Roberto Bellotti (Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”).
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Science of the Total Environment con il titolo “The spatial association between envirnonmental pollution and long-term cancer mortality in Italy” ed è liberamente consultabile. L’intero dataset sarà invece disponibile sulla rivista Nature Scientific Data.
L’obiettivo degli studiosi è di rendere facilmente accessibile una fonte di dati completa, e pronta all’uso, sullo stato più aggiornato della mortalità per cancro in Italia. Questi dati potranno essere utili sia ai ricercatori che ai responsabili politici, che avranno a disposizione informazioni con dati utili per eseguire ulteriori studi specifici.
Le argomentazioni dello studio
I tumori sono oggi la seconda causa di morte al mondo dopo le malattie cardiovascolari. La ricerca ha identificato nello stile di vita (per esempio alcolismo e fumo), insieme a fattori sia casuali che genetici, le cause principali dello sviluppo dei tumori. Ultimamente è aumentata però la consapevolezza che tra le principali cause ci sia l’inquinamento ambientale.
Gli studiosi citati precedentemente hanno approfondito questo tema, analizzando i legami tra mortalità per cancro, fattori socioeconomici e fonti di inquinamento ambientale in Italia, sia su scala regionale che provinciale.
Cazzolla Gatti spiega:
Dalla nostra analisi è emerso che, contrariamente a quanto creduto finora, la mortalità per cancro tra i cittadini italiani non ha una distribuzione né casuale né spazialmente ben definita. La mortalità per tumore supera, invece, la media nazionale soprattutto dove l’inquinamento ambientale è più elevato, anche se si tratta di zone in cui le abitudini di vita sono in genere più sane.
Gli studiosi hanno preso in considerazione 35 fonti ambientali di inquinamento (ad esempio industrie, pesticidi, inceneritori, traffico automobilistico), rilevando che tra queste la qualità dell’aria è al primo posto per importanza per quanto riguarda l’associazione col tasso medio di mortalità per cancro. Seguono la presenza di siti da bonificare, le aree urbane, la densità dei veicoli a motore e i pesticidi.
Correlazione tra inquinamento ambientale e tipologia di tumori e distribuzione del problema nelle varie province
Altre fonti ambientali di inquinamento si sono rivelate significative per la mortalità di alcune tipologie di tumore. Vediamo nel dettaglio:
- la presenza di coltivazioni in aree contaminate è associata alla mortalità a causa dei tumori al tratto gastrointestinale;
- la vicinanza a strade e acciaierie è associata al cancro alla vescica;
- le attività industriali in aree urbane sono spesso associate al tumore alla prostata e ai linfomi.
Le province con tasso di mortalità da tumore più alta nel decennio 2009-2018 sono:
- Lodi
- Napoli
- Bergamo
- Pavia
- Sondrio
- Cremona
La prima provincia del Centro Italia è Viterbo (11° posizione), seguita da Roma (18°), mentre al sud, oltre alla provincia di Napoli al secondo posto, solo quella di Caserta (8°) rientra nelle prime 10 per mortalità da tumore.
Questi dati, come le affermazioni precedenti, sono facilmente riscontrabili nella lettura della precedente infografica prodotta proprio dall’Università di Bologna.
Le parole del Prof. Cazzolla Gatti, primo firmatario della ricerca
Questi risultati non mettono in discussione, ovviamente, il fatto che uno stile di vita più sano aiuta a ridurre il rischio di cancro, così come non contestano gli sforzi per arrivare a comprendere le basi genetiche che possono favorire l’insorgere dei tumori. I nostri risultati, però, ci danno buone ragioni per credere che vivere in un’area altamente inquinata può annullare i benefici che si ottengono con uno stile di vita sano e indurre lo sviluppo di tumori con una frequenza maggiore. In un’ottica di salute globale, secondo l’approccio noto come One Health, è ormai chiaro che la qualità della vita della nostra specie dipende strettamente da quella dell’ambiente in cui viviamo e dell’intero pianeta. È necessario, allora, dare priorità non solo alla ricerca di cure per il cancro, ma anche alla riduzione e prevenzione della contaminazione ambientale: si tratta di azioni imprescindibili da mettere in atto nella difficile lotta contro l’insorgenza dei tumori. Solo se sapremo curare il nostro pianeta, potremo evitare di ammalarci.
Secondo lo studio le regioni italiane con un tasso di mortalità per cancro relativamente alto sono caratterizzate da un grado di inquinamento elevato, nonostante registrino una frequenza bassa di fattori di norma associati al rischio di cancro (come sovrappeso e fumo, basso reddito, alto consumo di carne e basso consumo di frutta e verdura). Inoltre, su scala provinciale, per i tumori maligni e benigni in generale, e per 16 su 23 specifiche tipologie di cancro, sono emerse associazioni spaziali significative con alcune fonti di inquinamento (che spiegano più della metà dell’associazione tra ambiente e tumore), confermando che, nella maggior parte dei casi, l’esposizione a un ambiente contaminato incide notevolmente sulla mortalità per cancro in Italia.
Spiega ancora Cazzolla Gatti:
I dati mostrano buone, anche se preliminari, evidenze che un migliore stile di vita e una maggiore attenzione alle problematiche socio-economiche e sanitarie possono ridurre solo in parte il rischio di morire di cancro, se la qualità dell’ambiente viene sottovalutata. Questo potrebbe spiegare il motivo per cui abbiamo osservato che le persone che vivono nelle regioni del Nord Italia (in particolare quelle situate nella Pianura Padana, tra la Lombardia e il Veneto, aree fortemente industrializzate), esposte a livelli di inquinamento ambientale molto elevati, mostrano un eccesso di mortalità per cancro significativo rispetto a chi vive nelle regioni centro-meridionali (ad eccezione di alcune località anch’esse molto inquinate, come la Terra dei Fuochi in Campania), anche se godono di una migliore salute, hanno reddito più elevato, consumano più alimenti di origine vegetale rispetto a quelli di origine animale, e hanno accesso più facile all’assistenza sanitaria.
Conclusioni dello studio
In Italia si contano ogni anno circa 400 mila nuovi casi di tumori maligni, con una media annuale di decessi per tumore, secondo i Registri Oncologici Italiani, di circa tre morti ogni mille persone. L’analisi realizzata dagli studiosi ha mostrato, su scala nazionale e regionale, la rilevanza dell’ambiente rispetto ad altri fattori socioeconomici e allo stile di vita sull’insorgenza dei tumori. Inoltre, è stato possibile determinare su scala provinciale quali potenziali fonti di inquinamento potrebbero causare un eccesso di mortalità per cancro rispetto alla media nazionale, fornendo anche un focus sui fattori ambientali che sono per lo più associati a specifici tipi di cancro.
La qualità della vita dipende quindi dalla qualità dell’ambiente e se vogliamo curare noi stessi dobbiamo avere cura dell’ambiente che ci circonda.