L’unione M5S e PD è un passaggio pericoloso per tutti

Una delle peggiori operazioni di Palazzo che la storia del nostro Paese ricordi.

Fatta in una congiuntura di piena crisi della democrazia parlamentare, dovuta allo scollamento tra popolo sovrano e classe politica sempre più delegittimata.

Messa in piedi da due forze politiche alternative, incompatibili, che continuano a odiarsi, e si ritrovano insieme senza condividere nessuna strategia politica, unite solo dal terrore di tornare al voto.

Certo, la politica è anche tattica spregiudicata. Ma quando per anni uno degli elementi fondanti della tua narrazione è una contrapposizione durissima verso un partito o un movimento, trovarti, nell’arco di qualche giorno, a governare con quel partito o quel movimento può produrre un crollo della tua credibilità.

M5S e PD stanno giocando con il fuoco, ma non è chiaro se ne siano consapevoli.

Lo scampato pericolo produce una fase di giubilo: i due partiti sconfitti dall’ultima tornata elettorale gioiscono per la vittoria dovuta a abili manovre di Palazzo. È proprio questa vittoria – che rischia di essere letta come vittoria della classe politica contro la volontà popolare – che rischiamo di pagare cara, molto cara.

Il movimento 5stelle, in questa congiuntura di crisi della democrazia, è riuscito fino a poco tempo fa a incanalare in una forma politica la rabbia popolare. Da oggi è un partito come tutti gli altri. Peggio: da oggi è come il PD, il partito additato fino a ieri come sintesi di tutti i mali. L’operazione di “normalizzazione” dei 5stelle, in un momento di debolezza, che PD e altri stanno tentando usando Conte rischia di svuotare il contenitore 5stelle, ridotto a vecchio partito. Ma quei voti non torneranno al PD: troppo vecchio, lacerato, inadeguato per incarnare agli occhi di chiunque una nuova speranza di rinnovamento della politica.

Nei Palazzi Salvini ha perso, indubbiamente. Si era affidato a Zingaretti per andare al voto ed è stato fregato da Renzi. Ma nulla è meno certo del fatto che questa sconfitta di Palazzo di Salvini si traduca in sconfitta politica nel Paese. Anzi.

Il rimosso prima o poi ritorna se non viene affrontato. La manovra di Palazzo a cui abbiamo assistito è una rimozione politica che rischia di essere travolta da ciò che pensa di essersi già lasciata alle spalle.

 

Simone Regazzoni
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