L’Unione Europea sempre più divisa e le nazioni sempre più nemiche.
Negli ultimi anni si è assistito ad una graduale ascesa dei movimenti di destra e al crescere dei dubbi nei confronti dell’Unione Europea.
Nella maggior parte dei paesi europei, anche quelli di più recente entrata, l’Ue non è più popolare come un tempo. Le destre si ritrovano ad essere accomunate sotto la bandiera dell’euroscetticismo.
Un malcontento generale sta minando le basi di questa organizzazione che per anni ha significato pace, stabilità e benessere.
Partendo dalla crisi economica che ha messo in ginocchio la Grecia e la Spagna, e debilitato parecchio anche l’Italia, le scelte intraprese dall’Unione per affrontare questo problema sembrano aver causato più danni che altro.
Ma la vera rabbia si scatena quando si arriva a parlare di migranti e crisi migratoria. Secondo i politici di destra, il fallimento dell’Unione sita proprio nel suo approccio all’immigrazione.
La questione migratoria rappresentava uno dei punti cardini della Brexit. In Italia, la Lega Nord continua a proporre una soluzione simile anche nel nostro Paese.
A Est l’euroscetticismo si fa ancora più forte, in Polonia e in Ungheria i partiti guida sono apertamente critici nei confronti dell’Unione Europea. Avversione che ha portato alla costruzione di un muro tra la Serbia e l’Ungheria. Stessa inclinazione sembra averla anche l’Austria, seguita dalla Gran Bretagna.
In Slovacchia vi sono manifestazioni in cui gli slogan urlano “la Slovacchia agli slovacchi”. In Romania, il Partito Romania Unita si interroga sul senso dell’Unione Europea. In Francia, il Front National di Le Pen, fortemente euroscettico, sta dilagando anche tra i giovani.
“Il termine Europa allude evidentemente all’unità di una vita, di un’azione, di un lavoro spirituale”.
Edmund Husserl
Precisando che l’Unione non è uno stato federale, ma una congregazione di Paesi, essa funziona secondo il volere degli Stati membri. Stati che hanno accettato i trattati istitutivi e che per loro volontà hanno scelto di affidare all’Unione determinate competenze. Essa non è quindi un apparato distaccato, ma gli ingranaggi che la muovono sono tutti i paesi che ne fanno parte.
Indubbiamente gli errori commessi, in particolare in ambito economico, sono stati molti. L‘austerity e lo scarso spirito di squadra hanno certamente influito negativamente sulla stabilità europea.
Ma essere critici con l’obbiettivo di distruggere tutto non è la soluzione. Gli errori vanno giudicati con severità, ma una severità costruttiva che permetta la risoluzione del problema.
Per quanto riguardo la questione migratoria e l’accoglienza dei profughi, l’Europa segue, così come lo stesso diritto internazionale, la Convenzione di Ginevra del 1951 relativa allo status dei rifugiati.
Art. 33.1 Divieto d’espulsione e di rinvio al confine: Nessuno Stato Contraente espellerà o respingerà, in qualsiasi modo, un rifugiato verso i confini di territori in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate a motivo della sua razza, della sua religione, della sua cittadinanza, della sua appartenenza a un gruppo sociale o delle sue opinioni politiche.
In molti sostengono che senza l‘Unione ogni Paese avrebbe la possibilità di rimettersi in piedi e rilanciare la sua economia, ma viviamo in un mondo in cui chi è solo non vale poi molto. In particolare se questo singolo è piccolo e non dispone di particolari risorse.
Che possa piacere o no, la globalizzazione ha segnato profondamente le relazioni tra gli Stati. Essi non possono più agire come lupi solitari. Non è l’Unione ad essere il problema, ma gli Stati che non riescono a vedere oltre il proprio confine.
I muri che si stanno costruendo non faranno altro che separare e allontanare popoli il cui desiderio era quello di vivere uniti per il bene comune.
Insomma, uniti per forza anche se è un’unione che non sta in piedi? Intanto l’Inghilterra sta meglio sola che mal accompagnata, possibile che non si possa pensare al passato se il presente non funziona? Se il presente non funziona non può diventare il futuro, perché non si riesce a comprenderlo?