I rappresentanti dell’Unione europea spingono i paesi membri a ad adottare politiche basate sulla spending review ma non si pongono problemi se a spendere cifre esose sono i commissari Ue per i viaggi istituzionali. Tra i più costosi vi è sicuramente il ministro degli Esteri dell’Unione europea, Federica Mogherini: per un suo viaggio di appena tre giorni, a Baku e Yerevan, sono stati pagati 75mila euro tanto da conquistare il primato nelle spese dei Commissari europei. Grazie a lei la cifra totale dei viaggi istituzionali è giunta a mezzo milione di euro, in appena due mesi.
La portavoce della Mogherini, Sandra Bellosi, ha motivato la cifra importante dichiarando che il “costo è dovuto al noleggio di un aerotaxi” ovvero un volo charter. Parole che vengono smentite una volta letta la nota della Commissione: infatti, nella voce di spesa, non compaiono le parole “Air Taxi”. La grande cifra, ha inoltre chiarito la portavoce, comprende anche i costi della delegazione che contava un entourage che andava dalle sei alle otto persone.
Non da meno si è dimostrato il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, che per una trasferta a Roma è stato “obbligato” a spendere 27mila euro di aerotaxi: l’obbligo derivava dal fatto che non vi erano voli di linea disponibili e doveva presenziare necessariamente alla riunione
Una giustificazione simile, a quella fornita dalla Bellosi, è stata data dalla portavoce del presidente Juncker, Mina Andreeva, che ha dichiarato: “Non ci sarebbero stati voli commerciali disponibili per quei giorni e il Presidente ha incontrato il Primo Ministro italiano oltre ad altri personaggi di rilievo”. Peccato che la prima parte della motivazione risulti abbastanza debole visto i numerosi voli tra Roma e la capitale belga: sono almeno 8 al giorno.
Questo vaso di Pandora è stato aperto dall’Ong spagnola, Access Info, che per avere i dati ha ingaggiato un vero e proprio scontro istituzionale con la Commissione: proprio per questo sono riusciti ad avere solo una parte dei dati inerenti il 2016. La Commissione ha giustificato la ritrosia a fornire la documentazione, dichiarando che “la pubblicazione di questi documenti richiede un carico eccessivo di lavoro” e vantandosi di essere “l’istituzione più controllata al mondo” visto che i Commissari sono obbligati a inviare le loro spese alla Corte dei Conti Europea e al Parlamento Europeo.
Sta di fatto che Access Info ha lamentato una scarsa collaborazione da parte della Commissione, nonostante la richiesta di pubblicazione sia giunta da un centinaio di cittadini europei: è stato pubblicato solo il primo bimestre del 2016. E a seguito della richiesta di rendere pubblici i dati, proattivamente, la Commissione ha fatto presente che non coglie un valore aggiunto dalla pubblicazione di questi dati e il costo sarebbe “sproporzionato”.
A livello economico, si sono rivelate dispendiose anche le visite dei commissari alle sessioni del Parlamento europeo, le missioni ufficiali e il Forum economico mondiale a Davos: le spese, inerenti il vitto e l’alloggio, arrivano a totalizzare 492.249 euro.
Cifre che evidenziano l’incoerenza di fondo dell’Unione Europea che la spinge a richiedere, ai paesi membri, una politica economica improntata sull’austerity che viene puntualmente ridicolizzata dalle cifre spese dai commissari. Come a dire.. tra il dire e il fare, c’è di mezzo il volo charter.
Dorotea Di Grazia