È stato recentemente pubblicato un nuovo rapporto dell’UNICEF sulle vaccinazioni infantili. Tale rapporto afferma che durante la pandemia da Covid-19 l’importanza percepita sui vaccini per i bambini ha visto un significativo calo nella quasi totalità dei Paesi presi in esame. Tra il 2019 e il 2021, 67 milioni di bambini non hanno ricevuto uno o più vaccini potenzialmente salvavita, di cui 48 milioni non hanno ricevuto nemmeno una dose. Gli esperti lanciano l’allarme: vi è bisogno di raddoppiare l’impegno nello stanziare finanziamenti per le vaccinazioni dei bambini.
In 52 dei 55 Paesi analizzati, tra cui anche l’Italia, la percezione pubblica sull’importanza dei vaccini è diminuita in maniera preoccupante nel periodo della pandemia. Lo rivela l’ultimo rapporto dell’UNICEF sulle vaccinazioni “Lo stato dei bambini nel mondo 2023: per ogni bambino, vaccinazioni”, redatto insieme all’Organizzazione Mondiale della Sanità, che denuncia il calo della copertura vaccinale infantile in ben 112 Paesi.
Secondo il rapporto, sarebbe il più grande arretramento degli ultimi 30 anni. La percentuale di bambini vaccinati in tutto il mondo è scesa dall’86 all’81%, dato che segna il minino storico dal 2008.
L’importanza delle vaccinazioni
Non si sta parlando esclusivamente di vaccinazioni contro il Covid-19, ma di vaccinazioni base per malattie come il morbillo, poliomielite e l’epatite B, come altre. Ogni anno i vaccini salvano 4,4 milioni di vite. Se non si lasciasse indietro nessuno, secondo le Nazioni Unite questo numero salirebbe a 5,8 milioni entro il 2030.
Facciamo un esempio. Prima dell’introduzione di un suo vaccino nel 1963, ogni anno il morbillo uccideva 2,6 milioni di persone in tutto il mondo, la maggior parte bambini. Nel 2021, in seguito a alle numerose vaccinazioni e campagne informative, il numero di decessi annuali legati al morbillo è sceso a 128mila. Tra il 2019 e il 2021 la copertura vaccinale per il morbillo ha avuto un calo identico a quello poco sopra esposto, dall’86 all’81%. È risultato che nel 2022 ci sono stati il doppio dei casi rispetto all’anno precedente, decretando una rinascita del morbillo.
Per raggiungere l’immunità di gregge e interrompere la trasmissione di una malattia, la copertura vaccinale deve avere un tasso del 94% circa.
Secondo il rapporto dell’UNICEF, circa 25 milioni di bambini rischiano di contrarre malattie come difterite, tetano, pertosse, morbillo e poliomielite: 6 milioni in più rispetto al 2019. Queste sono malattie potenzialmente letali che potrebbero essere facilmente prevenute tramite la somministrazione di un semplice vaccino.
La situazione e le cause
I bambini nati appena prima o durante la pandemia da Covid-19 stanno superando l’età in cui normalmente verrebbero vaccinati. Infatti, milioni di bambini in tutto il mondo non si sono sottoposti alla somministrazione di tutte o quasi le vaccinazioni infantili di base.
Le cause sarebbero svariate:
- Chiusure e interruzioni dell’assistenza sanitaria causate dalla pandemia;
- Incertezza sulla risposta alla pandemia;
- Disinformazione su internet, fake news e teorie cospirative;
- Sforzi di vaccinazione per il Covid che hanno deviato le risorse;
- Polarizzazione politica;
- Crescente sfiducia nei confronti dei Governi riguardo alle misure varate in difesa della salute pubblica durante la pandemia, che ha colpito anche le vaccinazioni di routine.
La pandemia ha aumentato anche le disuguaglianze. La maggior parte dei bambini che non vengono vaccinati, infatti, provengono dai Paesi più poveri o in guerra e dalle comunità emarginate o nomadi. Un rapporto del Centro Internazionale per l’Equità della Salute ha rilevato che nelle famiglie povere 1 bambino su 5 non ha nemmeno una dose di qualsiasi vaccino, mentre nelle famiglie più ricche 1 su 20.
Tra gli esperti di immunizzazione infantile, l’anno scorso si era previsto una ripresa dei tassi di vaccinazione. Tuttavia, le campagne di disinformazione sulla vaccinazione Covid e la più vasta sfiducia nei confronti dei Governi hanno fatto subire cali anche alle vaccinazioni di routine.
E in Italia?
In Italia il grado di fiducia nei vaccini durante il periodo della pandemia è calato di circa il 7%, assestandosi all’85,5%. Il calo maggiore si è avuto nella popolazione sotto i 35 anni e nelle donne, contando una diminuzione rispettivamente del 7,5% e del 8,65%. Nella popolazione sopra i 65 anni si è avuto un calo del 4,6% mentre negli uomini 4,7%.
L’Unione Europea afferma che comunque la fiducia nel nostro continente è tornata ai livelli pre pandemia.
L’appello dell’UNICEF sulle vaccinazioni
Attraverso un elenco di raccomandazioni contenuto nel suo rapporto sulle vaccinazioni, l’UNICEF ha rivolto un appello a tutti i Governi: “raddoppiare l’impegno ad aumentare i finanziamenti per le vaccinazioni” e lavorare per sbloccare le risorse disponibili. Questo per vaccinare tutti i bambini che hanno saltato le somministrazioni necessarie e prevenire altre epidemie.
Più di un decennio di conquiste faticosamente ottenute nel campo dell’immunizzazione infantile di routine sono state perse.
Queste le parole di avvertimento dell’UNICEF contenute nel suo rapporto, annunciando che riprendere la strada giusta sarà impegnativo.
Ma c’è anche qualche spiraglio positivo: il rapporto evidenzia che la fiducia nei vaccini può cambiare e i risultati di questi ultimi 3 anni potrebbero non indicare una tendenza a lungo termine. Nonostante il calo, la fiducia nei vaccini rimane alta. Oltre l’80% degli intervistati in quasi la metà dei 55 Paesi presi in esame continua a ritenere importanti i vaccini per i bambini.