Lunedì scorso, 30 ottobre, l’UNICEF ha rilasciato un rapporto sull’inquinamento atmosferico in perfetto tema con Halloween perché sembra una sceneggiatura horror, ma purtroppo non lo è, 2 miliardi di bambini nel mondo respirano aria inquinata e 300 milioni aria il cui tasso di inquinamento è almeno sei volte superiore al livello sicurezza fissato dall’OMS.
Distribuzione geografica
La maggior parte di questi bambini minacciati vivono in Asia (620 milioni), ben 220 milioni su un totale di 300 di quelli più a rischio vivono nel sud dell’Asia, in Africa sono 520 milioni. L’area del sud-est asiatico e del Pacifico in particolare ha 450 milioni di bambini che vivono in aree dove l’inquinamento atmosferico eccede i limiti di sicurezza fissati dall’OMS.
Danni alla salute dei bambini
I bambini sono particolarmente vulnerabili all’inquinamento atmosferico perché i loro polmoni sono ancora in formazione e un”esposizione prolungata a certi livelli di tossicità comporta danni permanenti alla loro salute.
Tra le particelle più pericolose figurano le PM2.5 (probabilmente nei TG le sentite definire col famigerato termine di polveri sottili) che sono il risultato dell’utilizzo di combustibili fossili e di processi industriali ma sono presenti anche nella polvere.
I danni più comuni provocati dall’entrata delle particelle nel flusso sanguigno sono il peggioramento di problemi cardiaci con aumentato rischio di infarti e ictus e naturalmente problemi respiratori come asma e polmoniti.
Le cifre delle vittime
Ovviamente non leggerete mai sul certificato di morte di qualcuno “ucciso dall’inquinamento” quindi non è un conteggio facile da effettuare quante morti di bambini abbiano come concausa l’inquinamento e in che misura abbia determinato ed aggravato la condizione patologica che li ha portati a morire. Anthony Lake direttore esecutivo dell’UNICEF ha dichiarato che sarebbero addirittura seicentomila l’anno i bambini sotto i cinque anni che muoiono la cui causa principale di morte è l’inquinamento atmosferico.
Non tutto è colpa della “cattiva grande industria” il rapporto UNICEF evidenzia anche che la maggiore fonte di inquinamento che minaccia i bambini di molte aree rurali povere è quello domestico, perché si bruciano in casa carbone e legno per riscaldarsi e cucinare.
Roberto Todini