Giusi Nicolini, insieme con SOS Méditeranée ha ricevuto il premio Unesco per la pace. Il sindaco di Lampedusa ha dedicato questo premio ai “migranti che il mare non sono riusciti ad attraversarlo” e a Gabriele Del Grande.
C’è una forte commozione nel leggere del premio Unesco dato a Giusi Nicolini, sindaco di Lampedusa. La commozione nel riconoscerne tutto il merito.
Lampedusa è un’ isola di passaggio che in questi anni di intensificazione dei flussi migratori ha accolto uomini e storie.
Al di là di ogni discorso da frase fatta, di circostanza e di ipocrisia e al di fuori di ogni razzismo, Lampedusa è un’Isola che ha molto da insegnarci.
La responsabilità e la dignità con cui, dal 2012, Giusi Nicolini ha lavorato sull’accoglienza e il soccorso dei migranti è da impartire nelle scuole e nelle piazze come modello di umanità da seguire.
“Dedico questo premio a tutti coloro che il mare non sono riusciti ad attraversarlo perché ci sono rimasti dentro e in questo momento mi sento proprio di dedicarlo a Gabriele del Grande”
Questa la dedica del suo discorso a Rai Radio 1. Aggiunge evidenziando come Gabriele Del Grande sia stato il primo a segnare le morti nel mediterraneo quando ancora non lo faceva nessuno e punta il faro sulla sua condizione di ostaggio in Turchia, concludendo il suo discorso incitando il governo a riportarlo presto a casa.
Fratellanza, solidarietà, rispetto, dignità; ma soprattutto comprensione delle difficoltà e compassione. Questo è il lavoro umanitario che il sindaco porta avanti, senza troppe bandiere o squilli di tromba, nel suo operato.
I migranti che iniziano il viaggio verso una possibile nuova speranza lasciano una tragedia col rischio di incombere in un’altra. Lo stato italiano adopera le sue forze istituzionali per soccorrerli ma mai a sufficienza.
In più, una grossa fetta di classe dirigente politica sguazza tra il populismo e l’alimentazione dell’odio razziale senza apportare nulla di positivo o di concreto alla situazione.
Sono già state raccolte numerose testimonianze da parte dei centri di accoglienza che ogni giorno gestiscono i flussi migratori e la situazione sembra sempre cadere nell’oblio appena passata l’ondata di notizie ai giornali.
È proprio alla luce di tutto questo che il riconoscimento Houphouet-Boigny muove tanto le anime: sapere che chi merita viene premiato per il suo lavoro umanitario riempie il cuore di speranza.
Con l’auspicio che ognuno possa sentirsi sempre più responsabile e capace di operare nel suo piccolo per promulgare la solidarietà a discapito della diffidenza.
In un momento in cui c’è chi chiude le frontiere e alza muri parlando di una invasione che non c’è, essere premiati con questa motivazione ci fa sperare in una Europa solidale, dove l’umanità non è sparita. È su questi valori, su questi principi che si fonda l’Europa. Diversamente rischiamo di naufragare anche noi insieme a profughi e migranti che tentano di attraversare il Mediterraneo.
Grazie Giusi Nicolini, grazie Lampedusa.
Da parte di tutta l’Umanità.
Gea Di Bella