Negli ultimi anni ne abbiamo lette tante sui calciatori e il loro uso spesso spropositato dei loro profili sui social network. Questa volta nell’occhio del ciclone ci è finito Cengiz Under, centrocampista turco della Roma, che su Twitter ha pubblicato una foto che lo ritrae mentre esulta simulando un saluto militare. Come descrizione tre bandiere della Turchia. Il riferimento al presidente Recep Tayyip Erdogan e al conflitto armato portato avanti dalla Turchia in Siria è chiaro. L’atleta 22enne, nato a Balikesir, col suo tweet manifesta di approvare le azioni militari dello Stato turco contro la popolazione curda: lo scopo è quello di eliminare i miliziani dell’Ypg (gli unici veri protagonisti e vincitori della cosiddetta “guerra all’Isis“, ndr), considerati da Erdogan come un vero e proprio gruppo terroristico.
🇹🇷🇹🇷🇹🇷 pic.twitter.com/f1p9qwTOJy
— Cengiz Ünder (@cengizunder) October 11, 2019
La reazione dei tifosi
Il tweet ha scatenato in pochi secondi valanghe di commenti, la maggior parte dei quali contrari alla presa di posizione del giocatore. Anche moltissimi tifosi della Roma hanno iniziato ad inveire contro Under e a chiedere provvedimenti alla società inondando di messaggi il profilo ufficile della società capitolina. “Vergognati, mentre fai lo splendido sui social ci sono donne e bambini che muoiono”, commenta un tifoso, poi ancora “Qui non supportiamo assassini“. Di pessimo gusto, secondo molti tifosi, anche la scelta di manifestare la sua idea politica con indosso i colori sociali della Roma.
Si è esposto sulla vicenda anche Paolo Cento, politico esponente di Leu-Sinistra Italiana e presidente del Roma Club Montecitorio: “Hanno ragione i tifosi a protestare. Mi stanno chiamando in tanti. In un momento di tensione internazionale e di sofferenza del popolo Curdo a cui tutta la comunità internazionale dovrebbe almeno riconoscenza per la lotta all’Isis, ci vorrebbe più sobrietà e cautela“.
Ma non è il solo
Ieri, anche il difensore della Juventus Merih Demiral ha tweettato una foto di un soldato turco che parla con una bambina davanti ad un carro armato. A caratteri cubitali si legge lo slogan “Pace in patria, pace nel mondo”, coniato negli anni ’30 dal presidente Ataturk, mentre in basso figura una descrizione delle motivazioni per le quali la Turchia avrebbe la necessità di eliminare il “corridoio terrorista” rappresentato dal Pkk. Anche lui, come prevedibile, ha ottenuto in cambio proteste e insulti.
Adesso spetterà alle due società di Serie A, Roma e Juventus, decidere come agire di fronte a questi gesti non proprio felici dei loro tesserati.
Pietro Colacicco