Secondo la leggenda gli uomini parlavano in origine tutti la stessa lingua ed erano in grado di collaborare…
Come nella costruzione della torre di Babele, noi oggi, o meglio qualche mese fa, parlavamo la stessa lingua. Per noi era quella della paura, la quale in un primo momento ha creato collaborazione tra la gente. Come dimenticare i canti intonati sui balconi e la grande solidarietà che è scattata in tutto il paese. Addirittura in parlamento abbiamo assistito ad un qualcosa alla quale non siamo abituati… tutti insieme a formare una maggioranza compatta ed uguale, ricordando quasi, quasi i tempi del comitato di liberazione nazionale del periodo della grande guerra, per superare la crisi. L’Italia unita e pronta a collaborare perché si parlava la stessa lingua, quella della paura o quella del buon senso.
In un secondo momento, l’ambizione di alzare la torre di Babele per arrivare in cielo generò la confusione ed il dubbio…
Quella cruenta immagine dei camion militari che trasportavano le numerose vittime del Covid non è che un ricordo, e tutti hanno ripreso la loro quotidiana vita ormai priva di paura, alcuni addirittura la rinnegano anche quell’immagine. È crollato “l’incantesimo del terrore” che unisce e la torre di Babele barcolla. Nessuno più ha bisogno dell’altro ed ognuno è pronto a riprendersi il suo spazio nel suo modo e nel suo mondo. Nasce allora la protesta che unisce chi parla lingue diverse: a chi non va bene il vaccino e a chi non vanno bene le restrizioni, chi ne approfitta per sfogarsi e chi ne approfitta per generare violenza, chi ammicca per “tutelare” e chi contrasta per guadagnare. Anche nel parlamento succede lo stesso, più si avvicina l’elezione presidenziale e sempre di più la maggioranza diventa diversa e divisa. Si è tornati a parlare nuovamente una lingua diversa, quella dell’ambizione.
Non riuscendo più a comunicare, il progetto della torre fallisce…
Il progetto della torre di Babele “cade” e sembra che la stessa sorte tocchi al buon proposito di una rinascita italiana. Siamo arrivati, più o meno, bene ad un buon punto… ma siamo pronti a mollare alla fine. La confusione regna, il momento abusa del linguaggio e la diversità di pensiero non è più motivo di arricchimento ma diventa solo un blocco di cemento. Sarà l’italianità, sarà l’opportunismo. Siamo in una grande crisi ed attualmente siamo riconosciuti come “primi della classe”, ora l’Italia ha bisogno del sentimento comune che può essere il buon senso che salva il paese, lo ha già fatto. Il buon senso è proprio quello che ci ha portato ad avere ottimi risultati ed a essere visti come esempio per il mondo intero. Lo ha avuto tutto il paese e per questo ha funzionato. Anche se sembra sempre difficile, possiamo ancora riuscire a parlare la stessa lingua.