Il periodo storico che stiamo vivendo ci spinge a cercare conforto nei cibi grassi
La pandemia di COVID-19 ha trasformato le nostre case in uffici, amplificando ansia e preoccupazione e rendendo più difficile la concentrazione. In questo contesto cresce la tendenza a cercare conforto in una dieta ricca di grassi.
L’assunzione di grassi saturi e l’endotossiemia (presenza di tossine nel sangue) possono compromettere il grado di concentrazione di un individuo. Tuttavia, il loro impatto sulle prestazioni cognitive non è ancora chiaro.
Una nuova ricerca, pubblicata di recente da The American Journal of Clinical Nutrition ed effettuata dal team di Janice Kiecolt-Glaser e Annelise Madison della Ohio State University, suggerisce che basta un solo pasto ricco di cibi grassi per compromettere la nostra attenzione. Attualmente la maggior parte di noi lavora e mangia a casa. Questi risultati possono essere di utilità pratica, come modo per migliorare la produttività e la soddisfazione sul lavoro.
Impatto di una dieta ricca di grassi sul livello di concentrazione
Si tratta di uno studio osservazionale che ha valutato l’impatto di due pasti ricchi di grassi e dell’endotossiemia sul grado di attenzione. Sono state reclutate 51 donne che hanno consumato due tipi di pasti. Il primo conteneva olio di palma, ricco di grassi saturi. L’altro, invece, era lo stesso tipo di pasto, ma con olio di girasole, fonte di grassi insaturi. Entrambi ammontavano a 930 calorie e sono stati preparati in modo da emulare un tipico pasto da fast-food.
Prima e dopo ogni pasto le donne hanno eseguito il Continuous Performance Test (CPT) che valuta il livello di attenzione.
I risultati mostrano che le prestazioni cognitive delle pazienti sono peggiorate dopo aver consumato il pasto ricco di grassi saturi, avvalorando l’ipotesi di una correlazione tra una dieta ricca di grassi e il calo di concentrazione. Tuttavia, vale la pena notare che il pasto di controllo, sebbene a basso contenuto di grassi saturi, era comunque pieno di grassi alimentari. Pertanto, gli effetti cognitivi del pasto ad alto contenuto di grassi potrebbero essere ancora maggiori se confrontati con un pasto povero di grassi. Inoltre, il team non ha preso in considerazione altri fattori che possono influenzare i processi cognitivi, come la depressione.
I ricercatori hanno esaminato un eventuale legame tra il grado di concentrazione e una patologia chiamata Sindrome dell’Intestino Permeabile. Si tratta di una condizione in cui i batteri intestinali attraversano la barriera intestinale ed entrano nel flusso sanguigno. Con questo fine è stato effettuato un prelievo di sangue per valutare la presenza di marcatori di endotossemia a digiuno e dopo ogni pasto.
Dal confronto dei risultati delle analisi dei campioni di sangue è emerso che le donne con permeabilità intestinale erano quelle che presentavano maggior calo di concentrazione.
Dai al tuo cervello qualcosa di cui sorridere
Studi precedenti hanno già dimostrato che una dieta ricca di grassi saturi può innescare processi infiammatori in vari organi e potenzialmente anche nel cervello. Inoltre, gli acidi grassi sono in grado di attraversare la barriera emato-encefalica.
In definitiva, questi risultati implicano che il nostro livello di attenzione potrebbe essere ancora più compromesso se continuiamo a confortarci con i cibi grassi durante e dopo la pandemia. Non sarebbe meglio optare per cibi più sani che forniscono al nostro cervello qualcosa di cui sorridere?
Lisa Frisco