Il fatto è accaduto il 24 febbraio, in un rifornimento di benzina a Cassola, in provincia di Vicenza, nel Veneto, dove Zhang, un uomo di origine cinese, è stato preso a bottigliate da un 30enne italiano per la sola “colpa” di avere le sue origini.
Il ragazzo che vedete qui si chiama Zhang. Ha 30 anni. E’ un italiano di origine cinese.
Poche sere fa è entrato in un bar nel Veneto. E’ solo entrato. Non è neanche riuscito a dire qualcosa che la barista lo ha aggredito verbalmente: “Hai il coronavirus, tu non puoi entrare!”, gli ha gridato. Poi, immediatamente dopo, un ragazzo seduto al tavolo ha avuto un’idea: alzarsi, prendere una bottiglia di birra e spaccargliela in testa. Tutto questo, come spiega lo stesso Zhang, perché è di origine cinese.
Ero entrato nel bar del rifornimento di benzina per vedere se fosse possibile cambiare con tagli più piccoli una banconota da 50 euro. La barista, però, vedendomi, mi ha detto subito “Hai il coronavirus, tu non puoi entrare!”. A quel punto un ragazzo, che si trovava seduto all’interno, si è alzato e, dopo aver afferrato una bottiglia di birra che era sopra il tavolo, me l’ha rotta in testa causandomi delle lesioni
Ma sapete qual è stata la cosa peggiore della vicenda? Il fatto che nessuno, in quel bar, sia intervenuto per difenderlo. Zhang è stato lasciato da solo, sanguinante. Nell’omertà totale dei presenti che hanno assistito alla scena.
Ecco. La battaglia contro il coronavirus la vinceremo prima o poi, ne siamo certi. Ma quella contro il razzismo, l’ignoranza più nera e la codardia di chi rimane in silenzio è ancora purtroppo lontana dall’esser vinta.
Lontanissima.
Leonardo Cecchi