Per la prima volta a Torino un giudice ha dotato una donna, vittima di persecuzioni da parte dell’ex compagno, di un “telefonino antistalking”. Il dispositivo che la donna dovrà portare sempre con sé sarà in contatto costante con il braccialetto elettronico portato dall’ex compagno, ne terrà sotto controllo gli spostamenti e accerterà che non si avvicini oltre il consentito.
Come si è arrivati a questo…
Dopo una lunga convivenza, la loro relazione si interrompe. Lei, 37 anni, agente di commercio. Lui, 31 anni, indagato per atti persecutori e diffamazione. Infatti, nelle settimane successive l’uomo inizia a perseguitarla. Un classico di stalking: persecuzioni, minacce, molestie, chiamate e messaggi telefonici, anche di notte.
«Non avrai pace e se mi arrestano prima o poi uscirò».
La donna cambia abitazione.
«Prima o poi ti trovo e non sarà bello per te, se ci tieni ti conviene fare meno la furba».
Sapendo che ama gli animali, le invia una foto di un gatto morto, scrivendo: «Questo l’hanno preso a bastonate fino alla morte».
Esasperata, la ragazza blocca il suo numero. Ma lui non si arrende, e passa a Facebook: crea profili falsi con il nome della sua ex. Racconta storie di sesso, accompagnate da altre minacce. Poi la diffama sul luogo di lavoro inviando messaggi al profilo Facebook dell’azienda.
In estate parte la segnalazione alla procura.
«Ho aspettato più di un mese prima di denunciarlo».
Ma la donna trova il coraggio e la forza: va dai carabinieri e racconta la sua vita stravolta.
Nei giorni scorsi, al termine delle indagini, il gip Irene Gallesio ha disposto le cosiddette “restrizioni tecnologiche”. Si tratta del primo caso a Torino.
«Alla luce delle risultanze investigative raccolte risultano certamente integrati gli elementi costitutivi del reato, posto che è indubbio che l’uomo abbia reiteratamente minacciato, insultato e denigrato la persona offesa, in una “escalation” di condotte sempre più invasive e inquietanti, non dandosi pace della fine del rapporto».
Telefonino antistalking: giustizia tecnologica?
L’uomo è oggetto di una misura cautelare che gli impedisce di avvicinarsi entro i 500 metri alla donna. I suoi spostamenti sono monitorati in tempo reale dai carabinieri.
Ora però sarà il dispositivo a farlo, la ragazza è la prima donna a Torino a portare un telefonino antistalking collegato al braccialetto elettronico del suo ex fidanzato.
Il telefono invia un doppio segnale d’allarme: uno sonoro per avvertirla della presenza dell’uomo; un altro telefonico, con coordinate di posizione, alle forze dell’ordine per farle intervenire.
«Lo chiamano braccialetto ma è un modello di telefonino con Gps. Devo portarlo sempre con me. In borsa o in tasca. È un po’ angosciante: se perde il segnale si mette a suonare».
Telefonino antistalking: tanti sono i dubbi irrisolti…
Si tratta di un grande passo avanti per la giustizia e la sicurezza di tutte le vittime di violenza e stalking. Ma è indubbio che siano ancora tante le incertezze che attanagliano la vita di queste donne. Prima fra tutte: che cosa accadrà dopo?
«Se qualcuno ti vuole fare del male tutto è possibile. Adesso, con questo aggeggio sempre con me, vivo più tranquilla. Ma essere sereni è un’altra cosa: questa non è vita. E dopo, quando lui potrà togliere il braccialetto elettronico che cosa succederà? Ricomincerà a perseguitarmi? No, meglio voltare pagina. Appena potrò me ne andrò dalla città, lontano da Torino. Lontano da lui».
Giulia Chiapperini