Un milione di nuovi poveri in Italia a causa del Coronavirus. La stima la fornisce Coldiretti, e dà il quadro di come nel nostro paese sia in corso una doppia pandemia, sanitaria ed economica.
Ma se sul primo versante si inizia a intravedere una timida luce, dopo due mesi drammatici, è il secondo aspetto che preoccupa maggiormente in questa fase. Non è un caso che siano sempre più forti le spinte di regioni e imprenditori a far ripartire le attività produttive, se possibile anche prima del 4 maggio.
3,7 MILIONI DI INDIGENTI
A due mesi dall’avvio del lockdown, il numero di coloro che si sono rivolti alla Caritas o al Banco Alimentare per poter usufruire degli aiuti alimentari distribuiti attraverso lo specifico fondo europeo Fead è cresciuto in media del 40 per cento, con punte anche superiori in alcune zone del paese. In totale sono almeno 3,7 milioni le persone che faticano a procurarsi da mangiare in questo periodo in Italia. La classifica è guidata dalla Campania, dove si trovano il 20 per cento degli indigenti italiani, seguita da Calabria e Sicilia. Ma situazioni di forte disagio si registrano anche nel Lazio e in Lombardia.
IDENTIKIT DEL NUOVO POVERO
A soffrire maggiormente sono quelle categorie meno protette dal punto di vista lavorativo, che a causa della pandemia non hanno più entrate o comunque possono disporre di risorse economiche insufficienti al proprio sostentamento: i lavoratori in nero, che non possono ricevere alcun sussidio statale; quelli con impiego saltuario o a tempo determinato; gli artigiani e i piccoli commercianti costretti a chiudere. Una situazione delicata, dal punto di vista economico ma anche psicologico, per chi da un giorno all’altro si è ritrovato senza alcun sostegno.
CRESCE LA SOLIDARIETÀ
Fortunatamente, lo spirito di solidarietà degli italiani sta emergendo anche in questa occasione. Coldiretti segnala infatti nella sua ricerca come almeno il 39 per cento degli italiani stia partecipando a iniziative di sostegno ai più poveri, acquistando pacchi alimentari per chi ne ha bisogno, anche attraverso il sistema della spesa sospesa,o facendo la spesa per anziani e disabili. Tanti anche coloro che hanno effettuato donazioni via telefono o web.
DINO CARDARELLI