Facciamo parte di un ingranaggio che inizia a sgretolarsi. La nuova generazione, sia quella prima di me, sia la mia e quella successiva ha degli intoppi ben evidenti. Siamo vittime di un meccanismo che da anni si sta muovendo senza mai nessuna revisione o controllo. Di cosa sto parlando? Di ciò che siamo, attenzione la mia non è una critica e non voglio assolutamente cadere nel banale errore di creare di tutta l’erba un fascio. Due o tre ingranaggi di questa macchina millenaria si stanno intoppando ed io che ci sono dentro, me ne sto accorgendo. Quanti di voi sono andati via di casa? Mi rivolgo soprattutto dai ventenni in su, le alzate di mano saranno pochissime. Ovvio che se dovessimo scavare a valle, la risposta più scontata sarebbe questa: non c’è lavoro, quindi dove vado? Ma la mia contro risposta potrebbe essere: Ma lo hai mai cercato seriamente iniziando da qualsiasi parte? Forse proprio da qui inizia il silenzio.
Non voglio dare colpa all’Italia e a tutto ciò che oggi non garantisce ai giovani un posto di lavoro sicuro; ormai possiamo anche dimenticare gli anni d’oro di una volta ed i “posti fissi” dei nostri genitori/nonni. Siamo tutti precari in questo millennio che sta sconvolgendo completamente i piani, creando un progresso anche abbastanza strano. L’evoluzione del genere umano non è più: nasci, cresci e vai via di casa, ma: nasci, cresci e rimani a casa. Sbaglio più grande a volta nasce proprio dai genitori e premetto che all’età di 28 anni non so nemmeno cosa voglia dire “esserlo”, ma probabilmente quella spintarella che una volta la si dava in casa, o per mancanza di soldi o perché si voleva vedere già il figlio sistemato in qualche modo, e affari suoi sul come, oggi non c’è più. Giustamente la maggior parte dei ragazzi si iscrive all’università e per chi non ha la possibilità, rimane nel proprio paese a casa di mamma e papà, per gli altri più fortunati prendono un treno in qualche modo il cordone ombelicale lo riescono piano piano a spezzare. Mandate lontano i vostri figli appena riescono a raggiungere una libertà e maturità mentale, mandateli via con la speranza che un giorno possano trovare il lavoro della loro vita o la loro strada, ma fatelo.
Il meccanismo: rimani a casa figlio mio, potrebbe non funzionare! Forse più ci rimani e più sarà difficile uscirne. Non deve essere vista come critica o consiglio assolutamente vero, ognuno di noi poi ha un excursus completamente differente, ma iniziamo a pensare ad una vita lontana da casa, ce la potremmo fare? Io vivo da 10 anni lontano dalla mia famiglia ed il legame con loro si è semplicemente più rafforzato, apprezzando anche quelle cene natalizie che in adolescenza odiavi tanto, credimi quando crescerai ci andrai anche in vacanza! Un intoppo che nasce dalla pseudo mancanza di lavoro, i cervelli in fuga a volte sono la semplice scusa che si rivolge ai giovani che decidono di andare all’estero, ma in fondo è sempre una loro scelta.