E’ sabato mattina e ho deciso di andare a vedere cosa succede alla manifestazione dei “fascisti del terzo millennio” a Piazza Vittorio. Per rendere più intrigante la situazione a circa 800 metri, precisamente a piazza Esquilino, è stato autorizzato il sit-in degli antifascisti indetto dal ANPI (associazione partigiani italiani).
Arrivato in Piazza dell’Esquilino trovo degli anziani signori che attaccano le loro bandiere sui semaforo, circondati dalla polizia che chiude la piazza. Il clima è sereno e scherzoso, volano battute taglienti “Mario la manifestazione dei pensionati era due giorni fa”. Alla fine di via Cavour un centinaio di ragazzi che tutti denominano “quelli dei Centri Sociali” aspettano di salire tutti insieme verso la piazza. Srotolano lo striscione “Casapaund not welcome” e al grido “siamo tutti antifascisti” avanzano. Con la mia piccola camera cerco di immortalare il momento ma un ragazzo distinto con il casco in mano mi intima gentilmente di toglierla, beata libertà; obbedisco e continuo a seguirli fino all’arrivo. Tra cori e urla la situazione sembra tranquilla.
Mi sposto dai “nemici”. A piazza Vittorio trovo 2000 persone in fila ordinate che aspettano il via, per quaranta minuti restano immobili con la bandiera tesa e sguardo in avanti. A differenza delle “zecche” i “fasci” sono molto più contenti di essere fotografati, anzi il circo mediatico davanti a loro li blocca più della polizia ma nessuno fiata. Con un po’ di ritardo arriva il candidato sindaco di Roma Di Stefano. Vi confesso una cosa, vista la campagna mediatica e i pregiudizi che mi faccio di fronte a persone che si vantano di essere fasciste, mi stupisco quando Di Stefano si abbraccia con una persona di colore che partecipa al corteo. Dopo un po di vittimismo da parte di Casapaund per alcuni di loro che stavano per essere malmenati nell’altra piazza (va bene tutto ma se stavi lì te le stavi cercando), la musica parte e tutti in marcia.
Tralasciando il piccolo incidente di lanci di uova in Via Merulana, anche quella è una forma di libertà d’opinione, il corteo arriva pacificamente a Colle Oppio dove si terranno dei concerti nazi-rock e da indiscrezioni forse ci sarà anche l’allegra usanza della “cinghiamattanza”.
Tornando indietro, su via Bixio, faccio in tempo a vedere lo spettacolo dei “coglioni”. Quattro ragazzi, che si erano accodati agli antifascisti, tirando ad indovinare su chi ci potesse essere su un furgoncino NCC, hanno pensato bene di fracassare i vetri mentre tutti gli altri presenti li insultavano dicendogli di fermarsi. Per quello che si preannunciava la giornata è trascorsa tranquilla, nessuno si è fatto male e ognuno ha avuto la possibilità di dire la propria idea liberamente, giusta o sbagliata che sia.
Hermann Hesse diceva “Sono più le persone disposte a morire per gli ideali, che quelle disposte a vivere per esse”. Secondo me oggi tutti loro, qualsiasi colore abbia la loro bandiera, secondo me cosi lo hanno vissuto. Oltre questo, strano ma vero, ho trovato anche una cosa che accomuna tutti: non c’è un manifestante in nessuna piazza o formazione che non abbia un selfie di questa giornata.