Di cosa parliamo quando parliamo di Raymond Carver? In molti erroneamente pensano allo scrittore americano come al “padre del minimalismo”. Questa etichetta gli è stata ingiustamente attribuita dopo la pubblicazione della raccolta di racconti “Di cosa parliamo quando parliamo d’amore” (1981). Questo libro fu uno dei motivi del suo enorme successo, ma anche l’origine di un controverso caso editoriale. Infatti Gordon Lish, l’editore di Raymond Carver, decise di pubblicare la raccolta tagliando più di metà del testo dell’autore, dando vita ad un prodotto più breve ed “essenziale”, ben diverso dall’originale. La scelta editoriale non piacque a Carver: infatti durante la scrittura della successiva raccolta Cattedrale (1983), prese le distanze da quella forma narrativa che lo aveva reso celebre.
I racconti di questa raccolta saranno più pieni di quelli dei libri precedenti (…) Gordon, giuro su Dio e tanto vale che te lo dica subito, non posso subire l’amputazione e il trapianto che in un modo o nell’altro servirebbero a farli entrare nella scatola, di modo che il coperchio chiuda bene.
Ciò non va in contrapposizione con la scrupolosità dell’autore che, durante la stesura dei suoi racconti, è solito sottoporli a successive ed esigenti revisioni.
La carriera di Carver è più sfaccettata di quanto la si pensi: dalla narrativa alla poesia.
La produzione poetica ha sempre accompagnato la vita dello scrittore. Tre sono state le più importanti raccolte pubblicate: “Voi non sapete che cos’è l’amore” (1983), “Racconti in forma di poesia” (1985) e “Blu Oltremare” (1986) (“Il nuovo sentiero per la cascata” viene pubblicata postuma ad un anno dalla sua morte). Tra un verso e l’altro Carver affianca, ad episodi personali, tematiche ricorrenti nei racconti: episodi di pesca, le difficoltà e le tenerezze dell’amore e il controverso rapporto con l’alcool. Le pagine si colmano di un ardente desiderio di indagare tutto “quel che è reale ed effimero” e di una nascente spiritualità, discreta ma al tempo stessa incisiva. Così scrive ne “La poesia che non ho scritto”:
E siamo rimasti lì senza parlare.
Nudi. A osservare il cielo schiarirsi.
Così felici ed emozionati. Come se
fossimo stati messi lì
proprio in quel momento.
(dalla raccolta “Racconti in forma di poesia”)
Lo scrittore Luca Doninelli definisce Carver uno dei massimi scrittori del 900 per la sua grandissima umanità, capace di permeare nei più piccoli eventi quotidiani. Le sue storie sono testimonianza vera, appassionata, uno sguardo incapace di escludere l’uomo, con le sue gioie, le sue sofferenze e tutto quello che ancora riesce a fargli battere il cuore e a desiderare un domani.
Vedere il marcio è facile (…). Ma il fuoriuscire del bello dal brutto della storia (perché in effetti le storie hanno molto di brutto, sempre che si voglia mantenere un minimo di rapporto con la realtà), la pietà che eleva l’uomo un gradino sopra le sue bassezze, l’attenzione non solo alla prevedibilità dei personaggi ma anche alla loro imprevedibilità, la prosa che va sempre più somigliando non già a un’idea predefinita ma alla vita così com’è: questo è il difficile, e il bello, dell’arte
Nella raccolta del 1983 scrive una poesia dal titolo Nel 2020.
È una poesia sul futuro, sull’amicizia, sulla memoria e sul desiderio di essere ricordati dalle persone che si amano. Carver nel 2020 avrebbe avuto 82 anni, morì purtroppo nel 1988 all’età di cinquant’anni, in seguito ad una grave malattia polmonare. L’infermità non gli ha comunque impedito di continuare a scrivere, assieme all’aiuto e alla supervisione della moglie e poetessa Tess Gallagher.
Amici, vi voglio bene, davvero
E spero d’essere abbastanza fortunato, di avere il privilegio
di vivere a lungo ed esservi testimone(“Nel 2020”, dalla raccolta “Racconti in forma di poesia”)
Cosciente che la malattia lo avrebbe portato ad una morte prematura, le sue ultime poesia alternano da una parte il tema della morte, della sua imminenza, anche se con naturalezza, quasi con autoironia; dall’altra un acceso desiderio di vivere il “domani”, affinchè ogni momento diventi occasione per ricercare un significato.
Il desiderio è una possibilità di felicità, che rinasce in qualsiasi circostanza della vita:
Ricordo che mia madre, Dio la benedica,
diceva: Non desiderare il domani.
Così sprechi la vita in desideri.
Eppure, lo desidero tanto
questo domani. Con tutti i suoi fronzoli.
(“Domani”, dalla raccolta “Racconti in forma di poesia”)
Tess, la compagna di Ray, è stato il più importante punto di riferimento dell’autore, che si è presa cura di lui e delle sue opere fino alla fine. Leggendo le poesie di Carver è chiaro come il rapporto con Tess e la sua compagnia siano fonte di un amore che rinfranca il poeta: un amore che ti strappa dalla solitudine. In una poesia, dedicata a Tess, dopo che lei lo accompagna faticosamente al fiume, passano la giornata a pescare. Probabilmente è una delle sue ultime giornate di pesca: nonostante ciò, al pensiero della fine, egli non si sente abbandonato.
Il volto di lei lo restituisce alla vita:
Mentre me ne stavo lì sdraiato a occhi chiusi,
dopo essermi immaginato come sarebbe stato
se non avessi davvero potuto più rialzarmi, ho pensato a te.
Ho aperto gli occhi e mi sono alzato subito
e son ritornato a esser contento.
È che te ne sono grato, capisci. E te lo volevo dire(“Per Tess”, dalla raccolta “Racconti in forma di poesia”)
È la gratitudine che caratterizza gli ultimi anni di vita di Raymond Carver, un amore che lo affianca e lo afferra, grazie al quale egli riesce a sentirsi amato e voluto bene. Così termina il suo lascito per il mondo, con una dichiarazione d’amore. La poesia “Ultimo frammento” è probabilmente l’ultima che scrive:
E hai ottenuto quello che
volevi da questa vita, nonostante tutto?
Sì.
E cos’è che volevi?
Potermi dire amato, sentirmi amato sulla terra.
(dalla raccolta “Il nuovo sentiero per la cascata”)
Jacopo Senni