Umoja è il villaggio per sole donne situato nella provincia di Samburu, in Kenya. Il villaggio, fondato nel 1990, è il rifugio sicuro di molte donne che in passato hanno subito violenze.
La nascita di Umoja
Il villaggio di Umoja sorge nella provincia di Samburu, situata nella regione centrale del Kenya. È stato fondato nel 1990 da un gruppo di donne che, costrette a subire violenza quotidiana hanno deciso di ribellarsi. Tra il 1980 e il 1990 sono circa mille e quattrocento le donne violentate dai soldati britannici che in quegli anni si addestravano nei territori della regione africana. Le donne, in seguito agli stupri, venivano ripudiate dai mariti che le consideravano “contaminate”. A questi abusi si aggiungono le altre forme di violenza che le donne sono costrette a subire. Date in mogli in giovane età, sono spesso costrette a vivere in situazioni di sofferenza e paura a causa dei comportamenti violenti dei mariti, sofferenza data anche dalle pratiche che fin da ragazzine sono costrette a subire, una tra tutte la mutilazione genitale.
Rebecca, la capo-villaggio
Il villaggio è nato dall’idea di Rebecca, oggi la capo-villaggio, che data in sposa a soli 18 anni, è stata costretta a vivere con un marito che usava violenza su di lei e che quotidianamente minacciava di ucciderla. Rendendosi conto che non esistono diritti per donne che sono considerate proprietà degli uomini, Rebecca ha capito che era necessario liberarsi da quella situazione. Ha così deciso di fondare il villaggio insieme ad altre donne che vivevano situazioni di violenza. All’inizio non è stato facile vivere nel rifugio che si erano create. Gli uomini, dai quali avevano deciso di separarsi, cercavano di distruggere il loro sogno di pace, arrivando anche ad attaccare il villaggio. Le donne Samburu non hanno ceduto alle ennesime violenze e si sono fatte forza per resistere a chi, ancora una volta, pretendeva di controllarle.
L’organizzazione di Umoja
Nel tempo hanno trovato i modi per far fronte al loro sostentamento. Hanno dato vita a piccole attività di commercio, come ad esempio la vendita di gioielli fatti a mano, che hanno permesso loro di rendersi indipendenti. Le case in cui vivono sono completamente costruite da loro, con legno e fango. Nel villaggio sorge anche una scuola, luogo che Rebecca dichiara fondamentale “per fare in modo che i nostri figli non siano come noi, per accendere una luce nelle loro vite”. La scuola è il simbolo dell’apertura di questo villaggio che, nato come luogo di pace, non ha come obiettivo quello di isolarsi rispetto al resto della società, ma di creare una collaborazione fondata sulla parità. Per questo motivo la scuola di Umoja è aperta a tutti i bambini dei villaggi circostanti ed è ammesso l’ingresso nel villaggio a tutti gli uomini che decidono di rispettare le regole e di non imporsi sull’altro sesso. Le anziane del villaggio compongono il Parlamento e le decisioni riguardanti l’organizzazione e gli aspetti importanti della vita comunitaria vengono prese, in sede di riunione, da tutte le abitanti del villaggio.
Le donne che a Umoja hanno dei figli sono contente di donare loro la possibilità di crescere in un luogo sano in cui la violenza non è quotidianità. La responsabilità dell’educazione data dalla scuola è conoscere il mondo per capire che ci sono altre realtà e la sfida quotidiana è riuscire ogni giorno a dare un esempio di vita diversa da quella che hanno conosciuto molte giovani donne.