Ultradestra, dalla messa al bando all’integrazione.
I capitoli del libro si articolano analizzando ogni aspetto dell’estremismo politico di destra. Vengono quindi spiegati l’organizzazione interna, l’atteggiamento verso l’esterno, lo strutturarsi in partiti e movimenti. Non vengono tralasciati aspetti come la questione di genere e il rapporto coi mass media, secondo l’autore non di scarsa importanza.
Ruolo di questi ultimi non è tanto quello di sostegno agli estremisti.
Ciò che rende i mass media efficaci nell’avanzata dell’ultradestra è il proporre temi cari a quest’ultima, in modo che i suoi esponenti appaiano esperti e legittimati a intervenire. Immigrazione, sicurezza e globalizzazione sono tra le questioni chiave condivise da quasi tutti i partiti e i gruppuscoli orientati in tal senso.
È evidenziato infatti come, molto spesso, questi gruppi non siano organizzati in strutture complesse come quella di un partito. Spesso si tratta di un numero esiguo di persone, o addirittura di lupi solitari. Ciò vale anche nell’espressione della tendenza alla violenza.
Non sono pochi gli atti violenti o addirittura terroristici commessi da gruppi esigui se non da singoli individui.
È il caso, per esempio, degli attentati perpetrati in Norvegia nel luglio del 2011. L’attentatore era un unico uomo, Anders Behring Breivik, che poche ore prima di commettere gli atti efferati aveva affidato alla rete un delirante manifesto.
Politologo olandese tra i maggiori esperti al mondo di estremismo e populismo, Cas Mudde insegna alla University of Georgia. L’autore, una volta descritte storia e caratteristiche, conclude il libro con dodici tesi che illustrano e riassumono gli aspetti e gli sviluppi più importanti dell’ultradestra contemporanea. Di queste dodici appaiono fondamentali, ça va sans dire, le ultime due. Esse descrivono, infatti, quello che secondo Mudde è il miglior modo per affrontare il fenomeno.
Mariarosaria Clemente