L’ultimo dibattito si è svolto e si è svolto bene. Nonostante 40 milioni di elettori statunitensi abbiano già votato per posta o in modo anticipato, mancano ancora circa 100 milioni di elettori che si presenteranno alle urne da qui al 3 novembre.
Era dal 1996 che non succedeva, ma anche quello di questa notte è stato il secondo e anche ultimo dibattito televisivo tra i due candidati alla Presidenza USA. La settimana scorsa era in calendario il confronto forse più interessante, con le domande poste direttamente dagli elettori, ma è stato cancellato quando Trump, contagiato dal coronavirus, non ha accettato uno svolgimento a distanza.
Le prime impressioni
In Italia erano praticamente le 3 di questa notte, mentre a Nashville, nel Tennessee, iniziavano a duellare i due sfidanti. Le prime impressioni che si leggono sui giornali questa mattina sono relative al miglioramento dei toni rispetto all’appuntamento di fine settembre, che era stato caotico e caratterizzato da interruzioni continue. Secondo gli addetti ai lavori, Trump aveva probabilmente studiato meglio il messaggio da veicolare e quel che ne è uscito è un candidato a suo modo chiaro e più obbediente alle regole del dibattito. Biden, invece, ha rafforzato i toni, con frasi più energiche, lasciandosi dietro la titubanza del primo scontro.
Un cambiamento anche nelle regole
Ridare un’impressione di serietà e credibilità era soprattutto cruciale per Donald Trump, dato dai sondaggisti in netto svantaggio. La scorsa volta, infatti, la sua tattica aggressiva ai limiti del maleducato gli aveva fruttato un divario ancora più ampio rispetto allo sfidante. La commissione organizzatrice dei dibattiti, nel frattempo, è corsa ai ripari, aggiungendo la regola dello spegnimento del microfono dell’avversario durante i due minuti dedicati all’altro contendente. I microfoni sono stati accesi solo dopo le prime risposte, ma anche in questo caso Trump si è comportato in modo civile. Il minimo sindacale per un candidato alla presidenza.
Il primo tema: la pandemia
I temi affrontati non potevano non partire dalla pandemia, l’evento che ha innegabilmente determinato un calo nel gradimento popolare del presidente. Trump ha puntato maggiormente sulla “convivenza con il virus”, rivendicando con forza la bontà dei provvedimenti da lui adottati e accusando la Cina.
Biden, su questo punto, è stato più sferzante e sarcastico, rivolgendosi agli insegnanti e dicendo loro: “Potete rilassarvi, dice Trump, perché moriranno solo pochi di voi”.
Le interferenze straniere
L’altro punto fondamentale è stato quello relativo alle pressioni straniere nella campagna elettorale statunitense. Si tratta di una tematica particolarmente delicata, di cui Hillary Clinton porta ancora le ferite, inferte a colpi di attacchi informatici russi nella campagna del 2016. E’ lo stesso motivo per cui Trump è stato il destinatario di una procedura di impeachment qualche mese fa. I Paesi nel mirino sono sicuramente Russia, Cina e Iran.
Biden qui ha tirato fuori l’asso nella manica, gentilmente fornito dallo scoop del New York Times, che ha scoperto un conto corrente di Trump in Cina. L’ex vicepresidente ha incalzato: “Paghi più tasse all’estero che negli Usa. Cosa nascondi?”. Trump ha poi contrattaccato con i sospetti che da mesi ruotano attorno alla figura del figlio di Joe Biden, Hunter. Si tratta però di accuse che, finora, non hanno trovato riscontro.
Fact checking, please!
Intanto, Daniel Dale, fact checker per CNN (ne avevamo già parlato qui), twittava sull’impossibilità di star dietro alle falsità propagate deliberatamente da Trump:
From a lying perspective, Trump is even worse tonight than in the first debate.
— Daniel Dale (@ddale8) October 23, 2020
La favoletta dell’outsider
Poi Trump è passato a una generica invettiva contro i politici di professione: Joe Biden è in politica da quarant’anni e secondo Trump la sua carriera sarebbe costellata di promesse non mantenute. Nonostante sia presidente da quattro anni, Donald Trump ha invece impostato il dibattito sulla sua forza come outsider.
La riforma sanitaria
Terzo punto all’ordine del giorno: la sanità. Trump ha promesso una riforma sanitaria per il suo secondo mandato, per togliere di mezzo l’ObamaCare, da lui considerata un “vero disastro”. Biden, a questo punto, ha chiesto perché questi quattro anni siano passati senza riforme e ha invece espresso il desiderio di rafforzare il piano Obama con una “public option“, basata su prezzi calmierati offerti dal governo.
Il salario minimo
E ancora, lavoro e stipendi. Il salario minimo non viene aggiornato dal 2009 e ammonta a 7,25 dollari l’ora: si tratta di una cifra molto bassa, che non permette a molti americani di emanciparsi dalla povertà. L’obiettivo di Biden è portare il salario minimo a 15 dollari l’ora, mentre Trump ha sostenuto che non è il momento di imputare nuovi costi alle aziende, lasciando però la patata bollente nelle mani dei singoli Stati.
Immigrazione e questione razziale
Sull’immigrazione nessuna sorpresa. Trump ha espresso infatti la sua preoccupazione legata alla protezione dei confini, basata su rafforzamenti delle barriere e dei controlli e espulsione degli irregolari. Biden, naturalmente, ha ripetuto che l’immigrazione è una risorsa per l’identità degli USA, una nazione in cui tutti sono immigrati o figli di immigrati. Spazio anche per le accuse relative alla centinaia di bambini separati dai genitori da parte del governo: Trump ha ribattuto parlando del buon trattamento che i minori riceverebbero.
Trump è stato poi evasivo sulla questione razziale, anche se ha proposto un siparietto di notevole spessore, quando si è paragonato a Lincoln, il presidente che ha abolito la schiavitù.
“Sono il presidente che ha fatto di più per i neri nella storia, forse escluso Lincoln”
La nuova strategia di Trump
Il New York Times, questa mattina, ha riassunto il dibattito dicendo che “Trump è stato un po’ meno se stesso”. E’ stata una buona strategia, insieme a quella di richiamare continuamente Stati in bilico come la Pennsylvania. Il presidente ha infatti accusato Biden durante il dibattito di aver abbandonato lo Stato in cui è nato. A dire il vero, però, Biden si è trasferito nel Delaware per motivi legati al lavoro del padre e soprattutto quando era ancora un bambino. Trump ha poi dato particolare risalto al fracking, un’attività estrattiva economicamente rilevante per lo Stato del carbone. A Biden ha rinfacciato di volerlo vietare, mentre questi si è difeso dicendo di volerlo rendere semplicemente più sicuro.
Cosa dicono i sondaggi
Al voto mancano ancora 11 giorni e Biden, secondo i sondaggi, è in netto vantaggio. Secondo le statistiche elaborate da Real Clear Politics, al momento Joe Biden potrebbe contare su 216 grandi elettori contro i 125 di Donald Trump. Oltre alla citata Pennsylvania, osservati speciali sono Ohio e Florida, diventati swing states per eccellenza e destinatari particolari di una campagna elettorale ai limiti del politically incorrect.
Se avete un paio d’ore, comunque, potete rivedervi tutto il dibattito qui.
Elisa Ghidini