Avvenuto ieri sera un episodio di razzismo che ha dell’incredibile e del vergognoso.
Chiara è una ragazza di Torino che, come molte persone, cerca lavoro tramite gruppi facebook. Ieri sera, rispondendo a un annuncio di lavoro, è stata rifiutata in quanto avente una relazione con un ragazzo di colore.
Il datore di lavoro, dopo averle detto di aver visto il suo profilo e di non essere convinto lei fosse adatta per il suo lavoro, l’ha intimata di “non mettere certe foto” sul suo profilo.
L’accaduto è stato denunciato da Chiara sia sullo stesso gruppo di offerte di lavoro, sia in una pagina della quale lei è fan, dove si sono ptemurati di denunciare l’accaduto e diffondere gli screen della conversazione.
A seguito della conversazione tra Chiara e quel commerciante, come se non bastasse lei si è ritrovata vittima di diffamazione, da parte del soggetto, il quale ha pensato di scrivere un post per incitare tutti a diffidare di lei, a seguito anche della risposta che Chiara, ovviamente offesa e alterata, gli ha dato.
Abbiamo incontrato Chiara per capire di più cosa sia successo e cosa ne pensasse di tutto l’accaduto.
Il fatto che hai subito è ben più grave del solo razzismo. Sei stata violata e giudicata nella tua vita privata per un contesto che, automaticamente, la esclude, come la ricerca di un lavoro. Prima che tu rispondessi al diretto interessato, qual è stata la tua reazione, a primo impatto?
Stupore, inizialmente non capivo.
Oltre al rifiuto per motivi razziali, anche la diffamazione su facebook da parte del datore. Come pensi di agire adesso?
Io penso che aspetterò. Sono in contatto con altre persone che mi hanno gentilmente concesso aiuto e quindi, in caso estremo, mi rivolgerò a loro, oppure alle forze dell’ordine.
Tu e il tuo ragazzo siete mai stati vittime di razzismo, in altri contesti?
No, mai a questi livelli.
Hai mai avuto problemi finora, in famiglia o con gli amici, per la tua relazione?
No, mai avuto problemi con i miei familiari, il mio fidanzato è una bravissima persona.
La vicenda che ti ha visto coinvolta è motivo di vergogna per tutti noi italiani; Ultima Voce si stringe solidale intorno a te e al tuo ragazzo. Vuoi mandare un messaggio a tutti coloro, italiani e non, che si sono ritrovati in una situazione simile alla tua?
Sì, vorrei dire a tutti gli italiani che, indifferentemente dalla nazionalità, noi siamo tutti uguali. Abbiamo bisogni fisici e fisiologici uguali, mangiamo e dormiamo, amiamo e ci arrabbiamo allo stesso modo. L’unica cosa che cambia, a volte, è il colore della pelle, degli occhi; oppure il carattere. Nulla di più. Siamo nel 2017 ragazzi, aprite la vostra mente se non volete mandare a quel paese l’Italia.
È possibile poter mettere in discussione un diritto al lavoro a causa della propria vita privata? È necessario giudicare una persona per chi frequenta e per chi ama? Non è forse arrivato il momento di capire che ogni persona va rispettata e che non si può ledere un individuo in questa maniera?
Auguriamo a tutti coloro che mantengono il razzismo nel loro curriculum di non trovare mai un vero posto nel mondo, neanche part time.
Gea Di Bella
Lascio la parola al grande Carlo M. Cipolla e alle sue Cinque Leggi Fondamentali della Stupidità Umana. In particolare:
“Seconda Legge Fondamentale: La probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della persona stessa.”
In altre parole gli stupidi si trovano nella stessa identica percentuale per qualsiasi taglio statistico si consideri. Sempre la stessa: fra uomini e donne, bianchi neri e gialli, laureati e analfabeti, manager e operai. E naturalmente anche fra i commercianti di Torino.
Per capire se questo signore sia classificabile come stupido, lo stesso Carlo M. Cipolla ci viene in aiuto con la sua
“Terza (ed aurea) Legge Fondamentale: Una persona stupida è una persona che causa un danno ad un’altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé od addirittura subendo una perdita.”
Se quest’uomo ha danneggiato Chiara e il suo ragazzo, e per questo sarà condannato, avrà “fatto un danno a un’altra persona senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé, anzi subendo una perdita” e si qualificherà quindi, secondo Cipolla, per uno stupido.
Se non mi è sfuggito il ragionamento logico delle tre regole, mi pare di capire che il commerciante sia uno stupido.
Mi limito a notare che, se a valle della denuncia che mi sembra di capire gli arriverà, risulterà che quest’uomo ha danneggiato Chiara e il suo ragazzo, e per questo sarà condannato, avrà “fatto un danno a un’altra persona senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé, anzi subendo una perdita”; e quindi si qualificherà, secondo i parametri del filosofo Carlo M. Cipolla, per uno stupido. Il fatto poi che abbia messo su facebook il modo in cui la pensa, contribuendo a mettersi nei guai da solo, a occhio e croce non mi sembra deporre a favore della sua intelligenza. Ma vedremo cosa diranno i giudici. Chissà, forse la classificazione di Cipolla sarà invocata dal suo avvocato per ottenergli uno sconto della pena e/o del risarcimento.
Tipo invalidità? 😀
Che dicono le altre tre leggi dell’esimio Cipolla?