Il parlamento europeo ha revocato l’immunità a Ioannis Lagos, esponente di spicco dell’ex partito neonazista greco Alba Dorata.
I rappresentanti che siedono al Parlamento europeo si sono espressi lunedì tramite scrutinio segreto: su un totale di 693 partecipanti al voto ci sono stati 658 pareri favorevoli e 25 contrari. Dieci persone, infine, si sono astenute.
La richiesta della revoca era stata inoltrata agli organi preposti dell’istituzione con sede a Bruxelles il 23 Ottobre scorso da parte del procuratore della Corte di cassazione della Repubblica ellenica. Pochi giorni prima, il 7 Ottobre, Lagos era stato condannato insieme ad altri membri dell’organizzazione di estrema destra ad una pena di tredici anni di reclusione perché riconosciuto colpevole della costituzione di un’organizzazione criminale e dell’appartenenza, in qualità di capo, alla stessa. L’organizzazione criminale in questione altro non era se non Alba Dorata.
L’indagine culminata nelle condanne dei più importanti esponenti del partito neonazista, tra i quali anche il suo leader Nikolaos Michalokiakos, aveva avuto inizio nel 2013.
La notte del 18 Settembre di quell’anno venne assassinato con una coltellata al cuore e una alla coscia sferrate dal militante di Alba Dorata Giorgos Roupakiàs , l’attivista di sinistra Pavlos Fyssas.
La dissoluzione della veste ufficiale del partito di estrema destra di cui anche Lagos faceva parte si deve molto alla volontà della madre di Fyssas di ottenere giustizia e alla perseveranza che ha contraddistinto la sua lotta per ottenerla.
Nel processo la cui sentenza definisce Alba Dorata come un’organizzazione criminale gli imputati erano 68: 7 sono state le persone condannate a 13 anni di reclusione. I giudici avevano incluso in un unico procedimento quattro diversi casi riconducibili alle attività del partito neonazista. Oltre all’accoltellamento di Fyssas sono stati considerati due tentatati omicidi compiuti ai danni di quattro pescatori egiziani e di un gruppo di sindacalisti comunisti e alcuni attacchi ad attivisti di sinistra.
Questi episodi risultano tutt’altro che eccezionali se si guarda alla storia di Alba dorata.
Il Partito era infatti solito funzionare come un’organizzazione verticistica e paramilitare in cui i capi ordinavano il compimento di azioni violente che venivano messe in pratica dai militanti ai danni di oppositori politici e, molto spesso, degli immigrati.
La formazione era stata registrata ufficialmente come partito politico nel 1993, ma le sue origini risalgono al 1980, anno in cui venne fondata l’omonima rivista da Nikólaos Michaloliákos e da alcuni reduci del “Movimento 4 Aprile”. Nel 2012, poi, è iniziato il successo istituzionale.
In quell’anno, complici la crisi e il malcontento generato dalle politiche di austerità imposte dall’Europa, Alba dorata entra nel Parlamento greco con il 7% dei consensi.
Nel 2014, l’anno seguente all’omicidio di Fyssas, viene registrato il picco del suo successo: i rappresentanti del partito estremista di destra entrano a far parte delle istituzioni rappresentative europee con il 9.39% dei voti.
Solo un quinquennio dopo la formazione neonazista, però, aveva esaurito il suo successo elettorale.
Se alle europee del 2019, infatti, Alba Dorata riesce ad ottenere due seggi nel Parlamento dell’UE, alle elezioni nazionali non supera la soglia di sbarramento e nessuno dei suoi rappresentanti viene eletto.
Uno dei due seggi conquistati in Europa con il 4.88% era proprio quello che, fino all’inizio di questa settimana, proteggeva Ioannis Lagos dall’esecuzione del mandato di arresto internazionale emesso dalle autorità elleniche.
Poco dopo la caduta di questo ostacolo, però, Lagos è stato preso in custodia dalla polizia belga mentre rientrava nella propria abitazione nella città sede del Parlamento europeo. Secondo quanto riferito dalle autorità, l’esponente dell’organizzazione criminale Alba Dorata rimarrà per 48 ore nelle strutture di detenzione della polizia belga e in verrà seguito portato di fronte a un giudice che dovrà valutare la richiesta di estradizione già presentata dalla Grecia.
L’emittente greca tvsx riporta che Lagos avrebbe avuto intenzione di volare in Norvegia dove voleva presentare richiesta di asilo politico. L’europarlamentare, del resto, si considera vittima di persecuzione politica tanto che aveva lanciato un crowdfunding al fine di presentare appello contro il verdetto della corte ellenica.
Lui stesso ha confermato, a suo modo, la notizia dell’arresto con un messaggio che recita in questo modo:
Mi trovo in una macchina della polizia belga. Ladri, atei e anti-greci mi mandano in prigione. Rimango fedele a Cristo e alla Grecia. Sono orgoglioso di non essermi mai piegato. Viva la Grecia, viva l’ortodossia.
Silvia Andreozzi