Nessuna strigliata questa volta da parte dell’UE all’Italia. Questa mattina alle 11:30 è stato reso pubblico a Bruxelles il pacchetto di «raccomandazioni specifiche per Paese». La Commissione europea ha illustrato le valutazioni sui bilanci e sulle problematiche macroeconomiche dei vari Paesi membri, con alcuni suggerimenti su misure concrete per risolverle.
Nessuna sanzione quindi, i conti pubblici dell’Italia sembrerebbero in ordine per ora. Ma questo non basta per far dimenticare all’Europa il ritardo italiano in quanto a competitività. Ecco perché l’UE non esita a dispensare consigli per ottenere
“Un equilibrio adeguato ad assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche e raggiungere un orientamento fiscale che contribuisca a rafforzare, e non minare, la ripresa”.
Queste le parole del commissario per gli Affari Economici Pierre Moscovici, alla presenza del quale sono state illustrate le raccomandazioni. Prima fra tutte, la reintroduzione dell’IMU sulla prima casa per le famiglie ad alto reddito. Questa è la principale novità del un pacchetto di raccomandazioni presentato oggi. Infatti, per lo più L’UE rinnova inviti già fatti in passato alle autorità nazionali.
L’obiettivo è quello di ridurre il cuneo fiscale sul lavoro, spostando l’imposizione fiscale dai fattori di produzione a quelli con minor impatto sulla crescita. Ma il ministro Padoan non sembra disposto a rivalutare la recente decisione governativa di abolire la tassa sulla prima casa. Commentando la richiesta della Commissione europea, il ministro dell’Economia ha spiegato che
“Le riforme fiscali vanno viste nel loro insieme, direi che cambiare idea su una tassa che è stata appena cambiata da pochi mesi non è una buona idea”.
UE all’Italia: ecco le raccomandazioni per un’economia “sostenibile”
L’Italia ha attuato le misure aggiuntive di correzione dei conti per il PIL, come richiesto dall’UE nei mesi scorsi. Per questo la Commissione europea non ha ritenuto necessario intervenire con delle sanzioni. Nonostante questo, però, sono state fatte alcune raccomandazioni, divise per grandi aree:
- politiche occupazionali, attraverso procedure mirate per la creazione di posti di lavoro e per ridurre la povertà;
- riforma dell’amministrazione e della giustizia civile, per velocizzare i procedimenti giudiziari;
- apertura di nuovi mercati dei servizi alla concorrenza, per stimolare l’attività economica;
- interventi di riduzione dei crediti deteriorati per le banche e miglior definizione del diritto fallimentare;
- possibilità di pagamenti e fatturazioni elettroniche.
Va comunque ricordato che l’UE ha aperto nei confronti dell’Italia una procedura per squilibri macroeconomici. Questo a causa del livello di debito pubblico troppo elevato. Le previsioni per la fine di quest’anno sono pari al 133,1% in rapporto al PIL. A livello europeo, soltanto la Grecia ha una situazione peggiore, e infatti il Paese è sotto programma di assistenza. Purtroppo per l’Italia, quindi, la situazione economica è ancora tutt’altro che rosea.