Perpetrato uno dei più devastanti attacchi verso l’Ucraina dall’inizio della guerra. E’ l’ennesimo tentativo russo di fare pressione su un Paese che resiste nonostante sia ferito, causandole una forte insoddisfazione
In queste mattinate, come tutte le altre lugubri giornate vissute dal Paese dopo l’invasione di febbraio, le aree di Kiev, Kherson, Mykolaïv, Žytomyr e Leopoli si stanno risvegliando con il suono vuoto e incessante degli allarmi aerei. Le truppe russe hanno lanciato ieri un grave attacco missilistico contro l’intero Paese e lo hanno fatto durante la fine di un anno condensato di continui soprusi e pressioni.
Questi attacchi, a differenza dei precedenti, denotano una grossa insoddisfazione del governo russo nell’andamento generale dell’invasione, avvenuta più di 300 giorni fa. Vengono infatti condotti con modalità sempre più violente e oppressive, in modo tale da dissuadere con qualunque mezzo a disposizione la tenace resistenza ucraina documentata qualche mese addietro.
Lanciati oltre 120 missili verso tutto il Paese
Nella sola giornata di giovedì 29 dicembre, le truppe russe hanno lanciato circa 120 missili. I vettori utilizzati riguardano per oltre la metà le tipologie terra-aria e mare-aria. Sono vettori che se impiegati in massa possono diventare molto potenti, anche se provenienti in gran parte dall’epoca sovietica, colma di mastodontici impianti di produzione bellica poco funzionanti.
In merito a ciò è intervenuto anche il Ministero della Difesa ucraino, con un tweet:
I terroristi russi hanno condotto negli ultimi giorni dell’anno uno dei più grossi attacchi missilistici dall’inizio dell’invasione su vasta scala
D’altronde quella dell’attacco pesante è una strategia usuale per le truppe russe. Il loro scopo è quello di pressare e logorare. Ma la resistenza ucraina non demorde e riesce a difendersi, seppur con gravi conseguenze che la dilaniano giorno per giorno. I sistemi anti-aerei hanno infatti abbattuto con successo la quasi totalità dei missili, ma a fronte di un attacco cosi efferato è risultato molto complesso riuscire ad abbatterli tutti.
E mentre si continua a combattere al buio e al gelo, i più deboli si rifugiano nelle stazioni delle metropolitane. Sono diventate ormai strutture di assistenza e di riunione sociale.
Colpite infrastrutture critiche
La strategia di aggressione sembra quasi impressa su un manuale di istruzioni: colpire incessantemente infrastrutture critiche. Ospedali, stazioni ferroviarie, industrie, impianti elettrici e strutture di telecomunicazioni vengono bersagliate ogni giorno da intensi bombardamenti che lasciano un segno indelebile sulla vita della popolazione ucraina devastata.
Segno che viene lasciato anche alla dignità degli abitanti, dato che gli attacchi spesso vengono sferrati senza nessun pudore, con l’intento di umiliare l’intero Paese e devastare le sue anime.
A Kherson, secondo un membro del governo è stata colpita un’unità ospedaliera di cardiologia e alcuni addetti sono rimasti feriti. In una zona della città è deceduto anche un uomo. A Kiev sono state colpite più di 20 abitazioni private e il 40% dell’area risulta essere senza elettricità, in balìa di un freddo glaciale. Nel Donetsk alcuni missili sono piombati su un centro per sfollati.
Il simbolismo dei bombardamenti
Il valore simbolico dell’aggressione di giovedì è molto alto. E’ stato effettuato a fine anno, nel mezzo delle festività natalizie. Nel momento in cui l’avanzata russa sembrava mostrare segni di debolezza.
Questo dimostra come Putin e il suo esercito cerchino giorno per giorno di far piombare in un baratro le speranze dei resistenti.
Ma se a Kiev quest’anno l’albero di Natale non riesce ad accendersi, lo faranno i sogni del popolo ucraino, bisognoso di una terra libera.