Il 7% delle frasi cinguettate verso donne della politica sono offensive. Ogni 30 secondi una donna riceve un tweet tossico.
La bufera su Twitter è iniziata con un report di Amnesty International, che è stato poi ripreso in mano da Citron Research.
Le statistiche, di cui c’è un riassunto nell’infografica qui di fianco, sono state raccolte attraverso l’intelligenza artificiale di Element AI. Il campione usato per lo studio ha tenuto conto di ben 778 donne tra membri del Parlamento britannico e del Congresso degli Stati Uniti e giornaliste.
Il 7% incriminato equivale a 1.1 milioni di post. Secondo Amnesty International le donne, proprio a causa degli insulti, si trovano ad abbandonare il social media o a rinunciare a dire la propria. Sul social media si è creata una vera e propria “cultura del silenzio” a causa dell’incapacità di “applicare coerentemente e in modo trasparente gli standard per combattere la violenza e gli abusi”.
Cos’è un tweet offensivo o problematico?
I ricercatori hanno considerato un tweet problematico quando i suoi contenuti erano “offensivi o ostili, specialmente se ripetuti in più occasioni”.
Un tweet invece è offensivo nel momento in cui non rispetta il regolamento del social media. In particolare il testo ha come obiettivo la promozione o la minaccia di violenza “sulla base di razza, etnia, origine nazionale, orientamento sessuale, genere, identità di genere, religione, età, disabilità o malattia grave”.
La risposta di Twitter
La responsabile legale del social media, Vijaya Gadde, ha risposto alle accuse con un comunicato ufficiale. Innanzitutto ha ribadito l’impegno di Twitter nel “migliorare l’apertura e la civilità della comunicazione”. Ha poi spiegato che per contrastare gli abusi e le violazioni del regolamento il social usa una combinazione di lavoro automatico e revisione umana basato sulle segnalazioni fatte dagli utenti stessi.
Nella seconda parte del comunicato Gadde ha sottolineato la necessità di una definizione migliore di “contenuto problematico”. Twitter si dichiara pronto a portare avanti una discussione sul problema in modo da poter migliorare le politiche necessarie a “proteggere la libertà di espressione” e al tempo stesso assicurare pulizia e correttezza.
Per il momento la dichiarazione di Citron Research ha avuto una grande risonanza, tanto che le azioni di Twitter a Wall Street sono calata del ben 12.45%.
Giulia Dardano