Tutto va bene così, il peggio non poteva andare meglio.

Tutto va bene così, il peggio non poteva andare meglio.

L’opinione pubblica  verso la questione Grecia ha un’ atteggiamento contraddittorio: se da un lato si mostra scandalizzata e  a dir poco spaventata dall’atteggiamento spietato  dell’eurogruppo – che ha utilizzato l’incolmabile insolvenza dello stato ellenico per infliggergli una lezione durissima,  un monito che deve essere da esempio per tutti -, dall’altro svela la sua pavidità nel non denunciare apertamente e senza mezzi termini quest’azione punitiva, azione che può esser definita senza correre il rischio di esagerare in pieno stile “cravattaro”.

Questo è il vero nodo della questione: si può sfruttare il debito pubblico di uno stato per umiliarlo e poi asservirlo senza che tutto ciò non sia considerato – non senza grandi sforzi – criminale?

Questa domanda diventa ancora più cogente e imbarazzante se consideriamo che questo atto di violenza è avvenuto all’interno di un quadro di alleanze sovranazionali e in un clima che sarebbe dovuto essere di collaborazione e di crescita comune. Se la guardiamo sotto questa angolazione  davvero la cosa ci appare senza senso e a dir poco inquietante.

Facile a questo punto invocare gli spettri del passato ricorrendo al secolare Lebensraum di nefasta memoria, ma anche qui conviene esser cauti.

L’opinione pubblica dovrebbe “controllare” e “informare” sulle azioni del potere, non certo seminare il panico con facili quanto inutili paragoni con le pagine più oscure della storia.  Compito che puntualmente evita di buon grado di onorare mostrando un genuflesso servilismo che rasenta l’indecenza (chi meglio di noi italiani può confermarlo?).

Di certo l’atteggiamento della Germania e dei paesi creditori è a dir poco monolitico e incurante nei confronti delle vite dei cittadini degli stati membri debitori ma a ben vedere questo aspetto salta agli onori delle cronache solo quando si è superato un limite – in genere quello del buon senso.

Difficilmente qualcuno si è preso la briga di informarci in modo imparziale e corretto sugli stili di vita e i livelli di benessere dei nostri concittadini europei (perché anche se non sembra siamo concittadini).  Ed è anche grazie a questo clima di ignoranza reciproca e strumentale che si è arrivati a questo punto.

Un francese è molto più nazionalista di prima, per non parlare di un tedesco, e i luoghi comuni sui paesi “più sfaticati”, corrotti e meno produttivi più che diradarsi si sono acuiti e – come nel nostro triste caso – addirittura confermati! Perché allora ci stupiamo se i nazionalismi sembrano dilagare?

L’apertura delle frontiere fa risparmiare sui voli lowcost e garantisce alle multinazionali meno spese ma non ci ha assolutamente avvicinati, né ha minimamente contribuito a farci sentire un “continente unico, unito e collaborativo”, la questione migranti è lì in bella mostra a ricordarcelo.

Abbiamo la stessa “maledetta” moneta ma non siamo mai stati così divisi: i buoni e gli onesti sono più buoni e onesti di prima – tanto da rendere le loro disciplinate qualità strumenti di coercizione economica verso i paesi più sgangherati – mentre i cattivi e i corrotti peggiorano sempre più.

Ma l’importante è avere i conti a posto. Basta pagare.

I soldi poi li prendessero dove vogliono: non importa da dove … a costo di soffiarli ai cittadini devono pagare!

Certo si potevano alleggerire le pressioni fiscali degli insolventi diminuendo la corruzione e l’evasione fiscale, combattendo le criminalità organizzate (i cui guadagni invece sono entrati come segno positivo nelle voci dei Pil per gonfiarli artificiosamente), o abbattendo le spese delle classi politiche tanto incapaci quanto strapagate, ma a quel punto sarebbero cadute troppe teste – forse tutte o quasi – e non si potevano alzare vespai di questa portata senza che succedesse un 48’! Anche qui l’opinione pubblica latita in modo imbarazzante, ma non è servilismo sia ben chiaro … è prudenza! Meglio nascondere tutto sotto il tappeto … altrimenti salta tutto.

Allora conviene così: restiamo ignoranti, malgovernati e beotamente disinformati.

Teniamoci le punizioni esemplari e criminali degli euro burocrati, stringiamoci ai nostri politici incompetenti, ai nostri poliglotti battitori di pugni che dimostrano senza volerlo  la loro impotenza davanti ai padroni dichiarando all’eurogruppo: “Se volete che la Grecia esca allora ditelo chiaramente”, perché evidentemente queste inutili comparse non possono “volere” nulla.

Quindi “ Tutto va bene così, il peggio non poteva andare meglio. “

fonte foto: Mauro Biani il Manifesto

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Tag: accordo, Grecia, Germania, Eurogruppo, Eu, Tsipras, Troika, Esm

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