Il Movimento 5 stelle ( M5S ) ha sempre fatto della trasparenza uno dei suoi punti di forza nel relazionarsi col proprio elettorato, tuttavia si ha l’impressione che quest’ultimo abbia sovente una visione dei propri beniamini non corrispondente alla realtà.
Molti pensano, per esempio, che i pentastellati abbiano un reddito di molto inferiore agli altri deputati o senatori ma è veramente così? Prendiamo il caso di Alessandro Di Battista: nel 2013, anno di ingresso alla Camera dei deputati dichiarava 3.176 euro cifra che gli garantiva l’esenzione dall’IRPEF essendo ben al di sotto della soglia di povertà. Da quando è in parlamento il suo reddito dichiarato si attesta invece sui 98.471 euro, che paradossalmente è addirittura più di quanto dichiari il suo “capo politico” Beppe Grillo, che si deve accontentare di appena (si fa per dire) 71.957 euro.
Certo è che con un reddito di circa 100.000€ all’anno qualche piccola soddisfazione te la puoi togliere, come ha fatto il buon Vito Crimi che giunto a Roma con una esausta Ford Focus del 2001 ha finalmente potuto sostituirla.
Ed era anche l’ora.
Curiosamente però al nostro simpatico senatore avere una Yaris nuova non serve a granché, visto che si fa rimborsare dai contribuenti 823,16 euro al mese di trasporti, dei quali 433,65 di noleggio auto e 200,10 di taxi.
Evidentemente l’appartamentino che ha scelto, ad appena 1.626,90 € mensili non è abbastanza centrale.
Altra percezione piuttosto romantica dell’elettore del M5S medio è che gli onorevoli grillini siano particolarmente produttivi, eppure tornando ad Alessandro Di Battista, si può facilmente constatare come abbia appena il 57% di presenze durante le votazioni e in 5 anni di legislatura abbia presentato a suo nome un unico disegno di legge che fra l’altro prevedeva, durante le elezioni, che fossero gli italiani all’estero a dover contattare l’Italia per poter votare e non il contrario. Il tutto ovviamente con una mail. DDL stralciato.
Roberto Fico, da parte sua, su oltre 24.000 votazioni elettroniche ha partecipato 7.000 volte, circa una volta su tre.
Va un po’ meglio Paola Taverna, assente “soltanto” al 35% delle votazioni, ma del resto deve stare parecchio al telefono, visto che riesce a farsi rimborsare qualcosa come 684,79 € di ricariche in un solo mese!
A reperire questi dati ci vuol poco e come avete constatato sono tutti ricavati da dichiarazioni dei diretti interessati, tuttavia all’adepto pentastellato tutto questo non interessa, preferisce credere.
E di fronte alla fede nulla si può.