Oggi il tempo qui a Roma è nuvolo e grigio, ma ci permette di poter viaggiare e fare un tuffo nel passato. Mi capita spesso di voler chiudere gli occhi e di poter “immaginare e visitare” il mondo in pochi minuti, una delle cose più eccitanti che io possa fare in giornate come queste e penso che anche voi abbiate viaggiato almeno una volta nella vita con i vostri occhi chiusi. Viaggiare è uno delle capacità più belle che possiamo avere, grazie anche all’evoluzione dei mezzi di trasporto che in poche ore riescono a farci attraversare un continente o con qualche ora in più attraversare l’oceano. Ma perché dobbiamo volare con la fantasia? Inventiamo posti mai visti, sogniamo città mai sentite o scriviamo storie inventate. Probabilmente non capita a tutti, ognuno di noi corre dietro la macchina dell’orologio che riesce a regolarci anche un solo istante, un preciso momento e tutto ciò che deve cambiare cambia, tutto ciò che va perso lo si perde e così via. Forse viaggiare con la testa ci tiene fermi in un mondo che vola senza controllo. Oggi gli orologi non esistono, nessun aereo sta partendo, chiudiamo semplicemente gli occhi e torniamo indietro nel tempo, per ben 127 anni. Il 6 ottobre nel 1889 inaugurava uno dei posti più importanti dell’epoca a Parigi e tutt’ora è uno dei simboli più visitati del mondo romantico parigino. Premetto che la maggior parte dei miei viaggi si sono concentrati in questa capitale europea, che ancora ahimè non sono riuscita a visitare, ma che presto farò. Chi c’è stato? Sfido chiunque a non esser passato da lui, dal grande Moulin Rouge.
Film, opere teatrali e musical hanno cercato di raccontare storie d’amore infinite ed immaginate dietro questo mondo tutt’oggi ancora così “retrò”. Se vi dicessi Moulin Rouge, cosa pensereste subito? In automatico, probabilmente, al Musical più importante che abbiamo mai avuto nella storia del cinema con Nicole Kidman del regista Baz Luhrmann del 2001.
Christian è un giovane aspirante scrittore londinese, un sognatore che fa dell’amore il suo credo (Nature Boy). Ribellatosi all’autorità paterna, si trasferisce nel quartiere più “vivace” della capitale francese, Pigalle, per poter sviluppare le sue doti artistiche assaporando l’atmosfera bohémien che imperversava a Parigi.
Tornando alla storia, quella vera e scritta, il Moulin Rouge nacque sull’onda del successo del Moulin de la Galette, un ristorante danzante ricavato nel 1870 dentro un vecchio mulino a vento nella parte alta di Montmartre. Charles Ziedler e Joseph Oller, allora proprietari dell’Olympia pensarono di creare un cabaret sullo stesso stile del Moulin de la Galette a Pigalle, proprio ai piedi di Monmartre, e di costruirvi sopra un mulino ovviamente finto, vista la mancanza di vento in quella zona. Il suo successo fu pressoché immediato, anche per il repertorio di danze e spettacoli, fra cui il celeberrimo can-can (nato dalla “quadriglia naturalistica”). Auguri quindi a lui, al posto che ha fatto sognare nela fine degli anni dell’800 e inizi del 900, il posto nel quale gli uomini hanno perso la ragione, la testa per le ballerine che persuadevano se stesse e gli altri sul grande palco del grande Mulino, le storie impossibile dietro le quinte e tutte le cose romantiche, dannate e non, che possiamo immaginare e sognare ancora oggi dentro questo mondo che è rimasto ancora vivo nell’immaginazione di tutti noi. Un simbolo che oggi compie 127 anni.