Turismo responsabile: l’associazione Addiopizzo promuove una vacanza basata su un consumo critico e virtuoso in quanto libero dalla mafia.
L’associazione Addiopizzo, nata nel 2004 a Palermo come presidio dei commercianti vessati dal racket mafioso, sceglie di promuovere un turismo responsabile, nel tentativo di valorizzare i “luoghi della legalità”, per vacanze siciliane all’insegna di un consumo critico ed etico. Nasce così Addiopizzo travel, da una costola dell’originaria associazione, per applicare gli obiettivi e i valori che hanno guidato l’attività dell’organizzazione fin dalla fondazione anche al settore turistico.
Addiopizzo
Un’associazione nata un po’ per caso da un gruppo di giovani ragazzi palermitani che, dopo aver deciso di aprire un pub del commercio eco-solidale, si sono posti l’interrogativo che tutti i commercianti devono affrontare prima di avviare un’attività: “se vengono a chiedere il pizzo cosa facciamo?”. Davanti a questa inquietante domanda, uno di loro trova una risposta feroce e coraggiosa al punto da diventare uno slogan: “un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità”. Una frase nata da giovani coscienze, cresciute nella convizione che opporsi ai soprusi mafiosi sia la normalità e che l’anormalità risieda invece nel domandarsi se farlo o meno. Una non banale risoluzione, se solo si pensa che nei luoghi dove vi è un’importante presenza mafiosa, connivere con il fenomeno è quasi sempre la regola.
Dopo aver tappezzato la città con adesivi riportanti il loro slogan, non immaginavano che quell’azione di resistenza sarebbe diventata un caso nazionale, al punto da finire anche su Rai tre. Nel giro di tre anni da sette componenti sono diventati più di quaranta, formando un vero e proprio comitato a presidio dei commercianti vessati, promuovendo allo stesso tempo un consumo critico volto a favorire chi non paga il pizzo, cercando così di incoraggiare coloro che non trovano la forza di opporsi.
Viaggio nella Sicilia che resiste alla mafia
Secondo Dario Riccobono, uno dei fondatori di Addiopizzo:
“Ci sono tre modi di raccontare la Sicilia, il primo è ignorare la presenza mafiosa, soggiornando nell’isola per quindici giorni senza accorgersi della sua esistenza; il secondo è il giocare con la mafia, ci sono infatti tour operator stranieri che fanno vestire i turisti da mafiosi come se questi avessero una divisa specifica; e il terzo modo, che abbiamo in un certo senso inventato noi, è parlare di mafia, raccontarla, partendo dalle storie di chi resiste e riesce a combatterla”.
Addiopizzo travel è una cooperativa sociale con licenze di tour operator che organizza viaggi scegliendo destinazioni, esperienze e fornitori certificati da addiopizzo. Questo per non lasciare solo chi dice no al pizzo, in modo che sia anche un modello da imitare per chi non ha ancora avuto la forza di denunciare.
La Sicilia che un turista “responsabile” sceglie così di vedere è la più autentica. Quando gli organizzatori decidono di portare il pullman di visitatori in un quartiere popolare, scelgono sempre i locali addiopizzo certificati. Una scelta etica e simbolica che pone la legalità come un esempio per chi ancora convive con il fenomeno mafioso, mostrando come resistere sia anche conveniente. In questo modo, i visitatori oltre a veder finire il proprio denaro finire unicamente nelle tasche dei commercianti che decidono di opporsi ai clan, avranno il vantaggio di deliziarsi con le cucine e le prelibatezze più genuine, sottratte al turismo di massa.
Addiopizzo travel promuove esperienze di ogni genere, sia per chi si ferma solo per pochi giorni, sia per chi decide di soggiornare più a lungo sull’isola: dalla degustazione della cioccolata di Modica, passando per le visite guidate nel capoluogo siciliano, le passeggiate in bici attraverso luoghi tipici e luoghi simbolo della lotta alla mafia e tante altre opportunità ancora, per una vacanza non solo etica, ma anche ricca di attività.
Turismo responsabile
Se è abbastanza verosimile che la maggior parte delle città italiane “potrebbe vivere di solo turismo”, è ancor più vero affermare che di turismo le città possono anche morire. Le scelte etiche e il consumo critico dovrebbero guidare l’esistenza di tutti, non solo quando si viaggia, ma anche nel quotidiano. Ad esempio sostenendo i piccoli negozi evitando le grandi catene o gli acquisti online di oggetti che potremmo facilmente rinvenire sotto casa.
Il terziario è uno dei settori portanti del belpaese, ma è anche vero che, grazie o a causa dell’immensa quantità di travel blogger e influencer, molti luoghi sono stati presi di mira da flussi proteiformi di turisti che vogliono vivere le stesse esperienze che hanno visto. Da questo principalemente partono gli assedi a determinate spiagge, la corsa per la foto in paesaggi magari situati in aree protette.
Già prima dei social però abbondavano i furti di sabbia rosa sull’isola di Budelli in Sardegna, a dimostrazione di come il turismo di massa sia un fenomeno che da sempre mette in pericolo patrimoni artistici e naturali. Il turismo responsabile è un’arma fondamentale per contrastarlo e si può esplicare nei modi più differenti, come ad esempio quello ingegnato da Addiopizzo travel. Oltre infatti a quest’ultimo caso in cui diventa un contributo per opporsi al fenomeno mafioso, il turismo sostenibile si basa più in generale “sull’applicazione dei principi di giustizia sociale ed economica nel pieno rispetto dell’ambiente e delle culture”.
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