Turismo estremo: un business da miliardi di dollari che non rispetta l’ambiente

Dagli abissi dell’oceano alle vette più alte del mondo, sempre più persone chiedono di visitare luoghi avversi e sconosciuti: ma quanto sono veramente sostenibili queste forme di turismo estremo?

La vicenda del Titan ci ha tenuti con il fiato sospeso per giorni, nella speranza che non si trasformasse in tragedia. Purtroppo il peggio non è stato possibile evitarlo e cinque persone hanno perso la vita a seguito, così sembrerebbe, dell’implosione del sottomarino costruito da OceanGate. Il turismo estremo miete dunque altre vittime, ma nessuno parla di cosa comportino queste spedizioni per l’ambiente, soprattutto per i vulnerabili ecosistemi interessati dalle spedizioni.




Turismo estremo, di cosa si tratta

Rientra nella categoria “viaggi di avventura” che conta, nel solo 2021, un mercato da 281,1 miliardi di dollari. Stando ai dati, si prevede una crescita annuale del 15,2% fino al 2030, grazie anche al miglioramento della tecnologia e dunque delle possibilità di spostamento.

Se da un lato diventa più semplice visitare determinate località, dall’altro i biglietti hanno raggiunto prezzi stellari e accessibili solo a una cerchia molto ristretta di persone. Difatti, i passeggeri di Titan erano tutti miliardari che si sono potuti permettere di spendere 250.000 dollari a testa. Invece, per un viaggio nello spazio la richiesta supera i 450.000.

Everest mania

C’è chi scende negli abissi e chi preferisce provare l’ebrezza di scalare la vetta più alta del mondo. Nella stagione passata il numero di permessi rilasciati ha subito un forte incremento, nonostante i prezzi tra i 32.000 e $ 200.000 dollari per un solo biglietto. A tal proposito, gli sherpa hanno avviato delle campagne di sensibilizzazione sulla vulnerabilità del territorio e, inoltre, sui costi di salvataggio quando si verificano gli incidenti.

Verso un alpinismo di massa

Il 29 maggio 1953 Edmund Hillary e Tenzing Norway scalarono per la prima volta gli 8.848,86 metri dell’Everest, segnando l’inizio di un età moderna per l’alpinismo, che divenne presto un’attività molto più popolare.  Nel tempo l’interesse per questi territori è cresciuto portando in visita anche persone non esperte, ma piuttosto spinte dalla sola curiosità di fare un’esperienza avventurosa.

Il turismo estremo sottomarino

Sta diventando ormai una moda e preoccupa gli ecologi poiché ci sono ancora diversi vuoti normativi su come gestire il turismo estremo sottomarino. Infatti, oceani e mari sono luoghi estremamente vulnerabili, dove vivono centinaia di specie diverse, alcune delle quali comparse milioni di anni fa.

Ad esempio, l’inquinamento acustico, legato in parte all’incremento del traffico marino, comporta problemi ai mammiferi, poiché altera la loro comunicazione inter ed intraspecifica con conseguenze talvolta gravissime per gli animali.

Gli itinerari subacquei

In Italia, il recente progetto Itinerari culturali subacquei in Sicilia ha subito attirato l’attenzione degli attivisti per l’ambiente, da un lato, e di alcuni imprenditori, dall’altro. Gestiti dalle Soprintendenze del Mare, i percorsi hanno l’obiettivo di valorizzare il patrimonio sottomarino dell’isola, rendendo accessibili al pubblico numerosi parchi archeologici subacquei.

Indubbiamente sono esperienze affascinanti tramite cui vedere da vicino reperti e relitti nel loro sito di ritrovamento. Inoltre, complice anche l’innovazione tecnologica, un settore come la subacquea sta finalmente vivendo un periodo di rinascita, dopo decenni di crisi.

Tuttavia, questo genere di turismo richiede necessariamente un’implementazione dei sistemi di sicurezza per garantire la tutela dei turisti e dell’ambiente circostante. In tal senso, dunque, le società interessate alla costruzione di strumenti e mezzi per esplorare i fondali marini devono essere soggette a una normativa severa e precisa, così da limitare gli incidenti.

L’insostenibilità del turismo sulle tracce del Titanic

Sul fondo dell’Atlantico, a circa 610 km dalla costa di St. John’s  (Terranova), ad una profondità di 3.800 metri giace il relitto del Titanic.  Affondò alle 2:20 del 15 aprile 1912 ed è rimasto nella storia come uno dei naufragi più famosi al mondo, documentato anche nello storico film campione di incassi di James Cameron (1997).

Il ritrovamento avvenne nel settembre 1985, grazie a una spedizione franco-americana, cui partecipò l’oceanografo Robert Ballard, il quale posizionò sul ponte della nave una tturismo estremo titanic e titanarga in memoria delle oltre 1500 vittime. Sebbene l’esploratore avesse espresso il desiderio di lasciare il luogo indisturbato, negli anni le spedizioni si sono moltiplicate, alimentando un business insostenibile e pericoloso per l’ecosistema marino  e per i visitatori.

Il turismo estremo celato sotto il nome della ricerca

Con la scusa di recuperare quanti più oggetti possibile dal Titanic, così da documentare al meglio il tragico evento, dal 1987 sono iniziate una serie di spedizioni che hanno portato alla vendita all’asta di oltre 5.000 reperti. Nel 1998 la società Deep Ocean Expeditions ha inaugurato poi il primo tour per il pubblico alla scoperta del relitto, con un costo del biglietto pari a 32.500 dollari. Nel tempo altre aziende, compresa OceanGate, hanno intrapreso lo stesso costoso business, cavalcando l’onda di una domanda in costante crescita.




L’impatto ambientale naturale

Quando la nave toccò il fondale marino, ormai più di cento anni fa, si è formato un nuovo habitat per gli organismi. In particolare i batteri mangia-ferro, appartenenti alla specie Halomonas titanica, si sono insediati cominciando a consumare letteralmente lo scafo della nave. Infatti, di anno in anno gli esploratori constatano il crollo di alcune parti nonché il loro inarrestabile deterioramento.

Gli esperti da tempo lavorano per trovare una soluzione al degrado del relitto, sia per motivi scientifici sia per non rischiare di perdere il nuovo business. Tuttavia, il processo in atto è anche molto utile per la ricerca ingegneristica, orientata alla produzione di nuovi materiali da impiegare nella costruzione di piattaforme petrolifere offshore e nello smaltimento di navi vecchie.

e antropico

Bottiglie di birre, reti di carico e targhe commemorative circondano l’area del relitto e sono state gettate lì dai sommergibili in visita al relitto. Inoltre, sebbene sia vietato, diversi sommergibili toccano il relitto favorendone il deterioramento. A tal proposito si ricorda il sottomarino che nel 2001, fermatosi sulla prua del relitto, ha visto la celebrazione del matrimonio di una coppia americana.

Anche il fisico Michael Guillén, durante una missione britannica, ha ammesso di aver accidentalmente scontrato un’elica della nave, omettendo in prima battuta i danni provocati al Titanic. In pratica, il sito di ritrovamento è ormai pesantemente contaminato a causa di una gestione inopportuna che, da anni, consente alle società di agire con incosciente autonomia e la recente tragedia testimonia molto bene tutto ciò.

Le sfide del futuro

Già da tempo si cerca di tutelare al meglio questo vulnerabile e prezioso ecosistema, ma senza grande successo. Si spera dunque che quanto accaduto possa finalmente aprire gli occhi su quale sia il rischio di incentivare il turismo estremo in luoghi avversi e pericolosi.

Dall’alpinismo alla subacquea, ciascuna di queste attività richiede una preparazione adeguata dei partecipanti, i quali non devono e non possono essere spinti solo dal desiderio di “fare un’avventura pericolosa”.

In tal senso anche le aziende, spinte dalle possibilità di guadagno, dovrebbero essere soggette a controlli severi, nonché obbligate a rispettare una normativa ad oggi assente. Se così non fosse, il rischio di promuovere attività insostenibili per l’ambiente è reale tanto quanto quello di trasformare il turismo estremo in un “turismo della tragedia”.

Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza.

In uno dei più celebri passi dell’Inferno, Dante condanna Ulisse perché la sua sete di sapere lo ha spinto a condurre i compagni verso la morte. Il Sommo Poeta dunque critica l’eroe omerico che non si è mai piegato ai limiti del divino e segue invece il desiderio di conoscere l’ignoto.

Una brama di sapere grazie alla quale l’uomo, nel bene e nel male, ha superato i suoi limiti e aperto nuovi orizzonti. Dalla scienza alla medicina, dall’arte alla letteratura ogni forma di sapere ha vissuto rivoluzioni e regalato all’umanità scoperte incredibili su cui basare nuove domande in cerca di altrettante risposte.

E in questa eterna intervista con la storia l’utile si unisce all’incoscienza di un dilettevole che, cieco e bramoso di guadagno, miete vittime e condanna l’ambiente a subire l’ennesima nostra forma di egoismo.

Carolina Salomoni

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