Che lontano ricordo i dibattiti tra chi sosteneva che i film di fantascienza potessero raccontarci un futuro che prima o poi sarebbe diventato realtà e chi, al contrario, accomodato nel proprio malinconico passato, preferiva pensare che tutto ciò fosse solo… fantascienza!
Poi, col tempo, quei film hanno cominciato ad assomigliare sempre più al telegiornale, trasformandosi in notizie, ogni giorno più sorprendenti. Ed oggi, oltre a politica, economia e meteo, sentir parlare delle nuove scoperte tecnologiche, è quasi normalità. Quasi, perché, nonostante il tempo abbia incorporato la tecnologia ai piccoli e grandi gesti quotidiani, suscita sempre un misto tra inquietudine, curiosità e forse anche rifiuto; o paura dello sconosciuto?
Ma questo è un altro discorso. Infatti il nostro punto di partenza è la certezza che oggi è impensabile trovarsi disconnessi dal mondo! Ciò lo dimostra il sempre maggior numero di adepti fatti dalla “rete”.
In questa linea, il recente concetto di “Industria 4.0”, la cui inesorabile numerazione progressiva, evidenzia la rapida evoluzione apportata dalla tecnologia ai diversi settori dell’industria. Tra essi, quello turistico, che riveste, nel nostro “bel paese”, una funzione chiave e spesso dibattuta, viste le numerose polemiche relazionate alle inversioni, deficitarie, che ne penalizzano lo sviluppo. Se, però, le istituzioni dimenticano, gli “utenti”, sempre all’erta, ricordano! Con la tecnologia, appunto.
Facebook, trip advisor, e qualsiasi altra forma di social media, ci trasformano, ormai, in “opinionisti” e, con un semplice click, in grado di commentare le qualità di una data struttura ricettiva, di un ristorante, o di qualsiasi aspetto della vita pubblica e privata in cui siamo coinvolti.
In questo senso il governo italiano, come ricordato lo scorso aprile dal sottosegretario alle attività culturali e al turismo, Dorina Bianchi, ha considerato l’ipotesi dell’inserimento del turismo nel Piano Industria 4.0.
“Il termine Industria 4.0 (o Industry 4.0) indica una tendenza dell’automazione industriale che integra alcune nuove tecnologie produttive per migliorare le condizioni di lavoro e aumentare la produttività e la qualità produttiva degli impianti” (fonte Wikipedia).
“L’industria 4.0 passa per il concetto di smart factory che si compone di 3 parti:
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Smart production: nuove tecnologie produttive che creano collaborazione tra tutti gli elementi presenti nella produzione ovvero collaborazione tra operatore, macchine e strumenti.
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Smart services: tutte le “infrastrutture informatiche” e tecniche che permettono di integrare i sistemi; ma anche tutte le strutture che permettono, in modo collaborativo, di integrare le aziende (fornitore – cliente) tra loro e con le strutture esterne (strade, hub, gestione dei rifiuti, ecc.)
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Smart energy: tutto questo sempre con un occhio attento ai consumi energetici, creando sistemi più performanti e riducendo gli sprechi di energia” (fonte Wikipedia).
Tale concetto non deve però essere limitato al solo settore industriale, così come sottolineato, presso la Commissione Lavoro del Senato, da Stefano Epifani, co-founder del “Digital Transformation Institute”: “Il concetto di industry 4.0 è stato ripreso in Italia con un’accezione limitativa, declinata quasi esclusivamente nel mondo industriale. Sarebbe invece più opportuno riferirsi al concetto di trasformazione digitale. Non dobbiamo fermarci al come, cioè all’automazione dei processi produttivi e della reingegnerizzazione. Ma dobbiamo portare all’interno del dibattito anche la dimensione di senso. Capire cioè cosa sta accadendo ora e cosa accadrà negli anni a venire”.
In definitiva, l’applicazione di “Industria 4.0″ al settore turistico, determinerebbe la nascita del cd “turismo 4.0”, provocando una rivoluzione del settore mediante l’uso, sempre più crescente, di informazioni, analisi dei dati e tecnologie di calcolo, nonché di componenti e sistemi totalmente digitalizzati e connessi tra loro (Internet of Things and Machines).
I molteplici vantaggi legati all’innovazione tecnologica come strumento di cambio per dinamizzare il settore turistico, lo renderebbero più facilmente fruibile, con l’introduzione, mediante la costante interazione dei soggetti coinvolti, di innovazioni capaci di migliorare l’esperienza di chi viaggia.
Puntare su tale settore è dunque considerato da molti un obbligo, non più prorogabile, considerata sia la necessità di stare al passo con gli altri paesi sia l’opportunità di esprimere al meglio le potenzialità che l’Italia offre.
Priorità, investimenti economici, o un cambio di mentalità? Quali di questi aspetti prevale sull’attuazione effettiva di un programma che permetta l’applicazione dei principi dell’Industria 4.0 al settore turistico?
Forse tutti, per questo è importante sensibilizzare le istituzioni sulla necessità di creare una governance in grado di sfruttare l’innovazione digitale attraverso la raccolta, il collegamento e la sincronizzazione di quei dati utili a potenziare le scelte degli operatori (Big Data).
E i viaggiatori? Beh, lasciamo che ciò che all’inizio pronosticavano i film di fantascienza e che attualmente raccontano i telegiornali, si trasformi, sempre più in un’esperienza interattiva dove i limiti tra reale e digitale, sfumandosi, si mescolano al punto da farci perdere la percezione degli stessi.
Turi Ambrogio