Dalla ricerca scientifica arriva una grande novità: è stata scoperta la proteina che fa crescere i tumori. A rivendicare con orgoglio la paternità di questa grande notizia è un gruppo di ricercatori dell’Università di Siena, assieme a Cathy Tourinier dell’Università di Manchester e William Vermi dell’Università di Brescia. I risultati della ricerca sono stati pubblicati su Pnas.
Tumori: ecco chi li fa crescere
Il nome della proteina che innesca la crescita dei tumori è Erk5 (Extracellular-Regulated Protein Kinase). Bisogna specificare che, quando nasce un tumore dentro il nostro corpo, il sistema immunitario cerca di combatterlo distruggendo le cellule portatrici di mutazioni dannose. Purtroppo, a volte, succede che il sistema immunitario, in particolare cellule quali i linfociti T, i monociti e i macrofagi passino dalla parte dell’antagonista (ossia il tumore), finendo per esserne inibite e diventando sue aiutanti. I monociti sono cellule circolanti, mentre i macrofagi si trovano a livello tissutale; queste ultime sono portate alla ‘riprogrammazione’ rispetto al micro-ambiente in cui le cellule tumorali hanno origine.
E, adesso, grazie alla recente scoperta, si è capito che la proteina Erk5 è la responsabile della ‘riprogrammazione’ dei macrofagi, cioè è lei a provocarne la crescita e la malignità. Ecco perché tale proteina ora sarà utile ai ricercatori per poter sperimentare dei farmaci in grado di renderla inattiva. Uno degli studiosi coinvolti nella ricerca ha così spiegato quanto scoperto:
«Siamo riusciti a dimostrare come nei topi la crescita di carcinoma si sia ridotta in assenza della proteina ERK-5, mentre contemporaneamente si sia creata una situazione infiammatoria anti-tumorale. Questi risultati accrescono la possibilità che andare a colpire i macrofagi pre-tumorali attraverso una terapia che sopprima la proteina ERK-5 costituisca una nuova strategia per future cure anticancro».
Molto c’è ancora da fare, ma questo segna sicuramente una svolta importante nella lotta al cancro. Dopo il test antitumore in grado di diagnosticarne ben 8, ora si avvicina il giorno in cui potremo disporre di un farmaco capace di bloccarne la crescita.
Carmen Morello