La presenza del tumore in Italia è ormai una piaga. Cosa si può fare per alleviare le pene dei pazienti più piccoli e indifesi?
A Bologna, nel policlinico Sant’Orsola due colleghe, Michela e Angela, hanno pensato a un metodo quasi del tutto infallibile per trasformare le sedute di radioterapia in un gioco per i piccoli ammalati di tumore. Le due donne hanno iniziato anni fa, nel tempo libero, nella realizzazione del proprio progetto: maschere tridimensionali dei supereroi preferiti dai bambini da indossare durante l’intera seduta.
Durante le sedute di radioterapie è indispensabile restare fermi, tuttavia come poterlo spiegare in maniera efficace ai bambini, piccoli pazienti di un destino immondo? La soluzione è, dunque, trasformare il tutto in un gioco.
Prima di entrare nella sala del silenzio rigoroso, i bambini scelgono quale maschera indossare per trasformarsi nel supereroe più forte di tutti o magari in quello meno temuto ma molto più simpatico. Subito dopo la seduta di radioterapia, i piccoli supereroi consigliano a Michela e ad Angela quale altra maschera realizzare per la seduta successiva.
Si tratta di fogli di plastica dura che, immersi in acqua calda, diventano modellabili. Subito dopo aver preso la forma del viso e delle spalle del paziente sdraiato, vengono colorate ed ecco la magia! Le maschere presentano alle estremità dei fori, affinché possano essere avvitate al letto e i bambini possano star fermi, perché ormai entrati nel personaggio.
Maschere già realizzate come l’Uomo Ragno, Batman, Minnie, Lilli e il Vagabondo rendono meno pesanti e spossanti le sedute. Il progetto è quello di arricchire notevolmente la collezione nella speranza di alleviare un po’ le sofferenze dei piccoli pazienti, che purtroppo devono sottoporsi alle cure.
La speranza è tuttavia un’altra e, seppur sia solo una speranza, si spera possa divenire realtà. La speranza è quella che un giorno, non molto lontano, maschere e reparti come questo non abbiano più ragione di esistere. Per il momento non si può far altro che ringraziare per la nobile iniziativa.
Maria Giovanna Campagna