Tumore al polmone: nuovi traguardi terapeutici

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Tumore al polmone : passi avanti verso la terapia personalizzata. Identificata, mediante una nuova tecnica, una sottopopolazione di cellule tumorali caratterizzate dall’aggressivo gene K-RAS mutato, finora intrattabile farmacologicamente. Lo studio coordinato dal Cnr-Itb e pubblicato su Communications Biology, dimostra l’efficacia del trattamento farmacologico.

Il tumore al polmone ha una prognosi infausta; oltre la metà delle persone con diagnosi di tumore al polmone muore entro un anno dalla diagnosi e la sopravvivenza a 5 anni è inferiore al 18%. Il tumore al polmone è la prima causa di morte per cancro a livello globale.

Ogni anno 1,76 milioni di persone muoiono a causa della malattia, il che significa oltre 4.800 decessi al giorno in tutto il mondo. Due sono i tipi principali di tumore al polmone, che rispondono a oltre il 95% delle diagnosi e si comportano e rispondono alle terapie in maniera piuttosto diversa.

Si tratta del tumore polmonare a piccole cellule (SCLC) e del tumore polmonare non-a piccole cellule (NSCLC). Quest’ultimo è il più frequente, dal momento che corrisponde a quasi l’85% delle neoplasie di nuova diagnosi. Entrambe le tipologie hanno origine dal tessuto epiteliale che riveste le strutture polmonari.




L’NSCLC si divide a sua volte in tre sottotipi: il carcinoma a cellule squamose, l’adenocarcinoma e il carcinoma a grandi cellule. Il pessimismo più diffuso riguardo agli approcci terapeutici e alla prognosi del tumore al polmone NSCLC è cambiato radicalmente con lo sviluppo del profilo molecolare. Questi sforzi hanno offerto preziose informazioni sul panorama mutazionale del NSCLC.

Inclusa la mutazione omologo dell’oncogene virale del sarcoma di ratto di Kirsten (KRAS). Che è l’alterazione di funzione più comune. Rappresenta circa il 10-30% degli adenocarcinomi polmonari.

Nel corso degli anni, un gran numero di studi ha identificato strategie a diversi livelli normativi per affrontare questa onco-proteina “difficile da individuare”. Nonostante ciò,  la strategia per superare KRAS e i suoi effetti a valle deve ancora essere scoperta. Tuttavia, alcuni recenti studi mostrano risultati promettenti che indicano che siamo un passo avanti verso lo sviluppo di un inibitore efficace che prende di mira direttamente KRAS.

Trattamento studiato per ridurre la crescita del tumore

Un gruppo di ricerca internazionale, che coinvolge  il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Itb) di Pisa, in collaborazione con il Cancer Science Institute di Singapore ha diretto uno studio su un nuovo farmaco. Ha valutato un nuovo agente, PTC596, in grado di ridurre la crescita del tumore in fase preclinica su un modello murino con carcinoma polmonare K-RAS mutante.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Communications Biology. I risultati, che mostrano uno sguardo completo ai componenti del tumore, aiuteranno nello sviluppo di nuovi trattamenti per superare le ricadute e la progressione del tumore nei pazienti affetti da NSCLC.

Utilizzando una metodologia di sequenziamento dell’RNA a cellula singola, i ricercatori hanno campionato l’intero trascrittoma (il set completo di molecole di RNA estratte da una cellula) di cellule tumorali dal modello murino del team e da campioni polmonari clinici.

Oltre a evidenziare un alto grado di somiglianza tra le specie, gli scienziati hanno anche identificato una popolazione specifica di cellule tumorali sia nei topi che nell’uomo. Presenti solo nei tumori positivi per l’oncogene mutato K-RAS e non nelle cellule polmonari sane.

Successivamente, il team ha utilizzato il modello murino per valutare una nuova terapia attualmente in studi clinici di fase 1b. Il farmaco, PTC596, mira ad eliminare le cellule tumorali inibendo l’attività dell’oncogene BMI1.

La cosiddetta terapia molecolare o personalizzata

Identificare queste reti molecolari alla base del cancro è un passo importante verso la produzione di nuovi farmaci mirati, la cosiddetta terapia molecolare o personalizzataAttualmente, la maggior parte dei pazienti riceve trattamenti chemioterapici generalizzati rivolti alle cellule malate che, come noto, non colpiscono in modo mirato la molecola specifica coinvolta nel processo tumorale. E che possono arrecare danno anche alle cellule sane.
Piuttosto che ricorrere a questo tipo di trattamento, che non va contro uno specifico gene, andiamo a trattare questo sottotipo di cellule tumorali con un farmaco mirato. Finché non saremo in grado di decifrare la complessità delle sottopopolazioni di cellule tumorali, non saremo in grado di progettare opzioni terapeutiche mirate per diminuire il numero di pazienti che presentano recidive tumorali .

Quanto riferisce Elena Levantini, dell’Istituto di tecnologie biomediche del Cnr-Itb di Pisa dove coordina il Laboratorio di oncologia molecolare. Oltre che ricercatrice associata in Ematologia-Oncologia nel laboratorio di Daniel Tenen MD. Presso il Beth Israel Deaconess Medical Center (BIDMC).

Implicazioni significative per altri tipi di cancro

I ricercatori avevano precedentemente identificato il ruolo chiave che BMI1 gioca nella crescita del tumore. Con il loro studio, hanno aperto la strada a future applicazioni cliniche per l’utilizzo della nuova opzione terapeutica in un sottogruppo rilevante di pazienti. Affetti da tumore al polmone con K-RAS mutato.

Notano che è necessaria un’attenta convalida prima di trattare i pazienti con la nuova opzione terapeutica. I risultati potrebbero avere implicazioni significative per altri tipi di cancro poiché l’attività dell’oncogene BM1 è notevolmente aumentata in vari sottotipi di cancro del polmone e nei tumori solidi come il cancro al seno, intestinale, del colon e della pelle, e nella leucemia e nel linfoma.

Tuttavia, affermano che è necessaria un’ulteriore attenta convalida prima di procedere al trattamento dei pazienti con la nuova opzione terapeutica. I risultati del team potrebbero avere importanti implicazioni anche per altri tumori. Dato che l’attività dell’oncogene BMI1 è anche significativamente aumentata in altri sottotipi di tumore al polmone. Così come in altri tumori solidi ( cancro al seno, intestinale, del colon e della pelle), nelle leucemie e nei linfomi.

 

Felicia Bruscino

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